Il giudice James Donato ha pubblicato i rimedi che Google dovrà rispettare per ripristinare la concorrenza nel mercato della distribuzione delle app per Android e dei sistemi di pagamento, come previsto a metà agosto. L’ingiunzione permanente (PDF) impone una serie di modifiche al Play Store, come aveva chiesto Epic Games.
Come cambierà il Play Store
L’ingiunzione avrà efficacia dal 1 novembre 2024 (solo negli Stati Uniti) e i rimedi imposti dal giudice dovranno essere rispettati fino al 1 novembre 2027. Sono state accolte quasi tutte le richieste fatte da Epic Games, dopo aver vinto il processo antitrust all’inizio di dicembre 2023. Google aveva già evidenziato che le modifiche al Play Store avranno conseguenze negative per consumatori, sviluppatori e produttivi, quindi presenterà appello.
I rimedi imposti dal giudice Donato sono nove:
- Google non può condividere le entrate generate dal Play Store con nessuna persona o entità che distribuisce app Android o prevede il lancio di un app store
- Google non può offrire un pagamento o condividere le entrate con uno sviluppatore che lancia le app prima sul Play Store o in esclusiva
- Google non può offrire un pagamento o condividere le entrate con uno sviluppatore che non lancia le app su store concorrenti
- Google non può offrire un pagamento o condividere le entrate con un produttore o un operatore telefonico che preinstalla il Play Store
- Google non può offrire un pagamento o condividere le entrate con un produttore o un operatore telefonico che non preinstalla uno store concorrente
- Google non può imporre agli sviluppatori di usare il suo metodo di pagamento o vietare l’uso di un metodo di pagamento alternativo. Inoltre non può vietare agli sviluppatori di comunicare agli utenti che esiste un metodo di pagamento alternativo
- Google non può vietare agli sviluppatori di comunicare agli utenti che esiste un’app all’esterno del Play Store e di inserire un link per il download
- Google dovrà consentire agli app store di terze parti l’accesso all’intero catalogo delle app distribuite sul Play Store
- Google non può impedire la distribuzione di app store di terze parti attraverso il Play Store
Gli ultimi due rimedi sono quelli che cambieranno profondamente il funzionamento attuale del Play Store. In pratica, Google perderà il controllo della distribuzione delle app. Potrà però chiedere agli sviluppatori di pagare una commissione per coprire i costi necessari alla verifica degli app store di terze parti (sicurezza, rispetto delle leggi e altro).
Alcune richieste di Epic Games non sono state soddisfatte. La software house voleva che le modifiche fossero valide per sei anni e che il sideloading delle app fosse più semplice. Il CEO Tim Sweeney ha comunicato che la battaglia continuerà in altri paesi. Google deve rispettare il Digital Markets Act in Europa.
A fine settembre, Epic Games ha presentato un’altra denuncia antitrust contro Google per aver suggerito a Samsung di introdurre la funzionalità Auto Blocker che ostacola l’installazione delle app da fonti alternative (Google ha respinto le accuse).