Lo scontro legale tra Epic Games e Apple ha ormai raggiunto una copertura mondiale. La software house guidata da Tim Sweeney non si arrende e continua a presentare denunce in vari paesi. L’ultima è stata consegnata alla CMA (Competition and Markets Authority), l’autorità antitrust del Regno Unito che ha avviato un’indagine sull’azienda di Cupertino all’inizio di marzo.
Epic vs Apple: scontro globale
Un breve riepilogo prima di descrivere la “trama della nuova puntata”. Tutto ha avuto inizio il 13 agosto 2020, quando Epic ha deciso di aggiungere un metodo di pagamento proprietario al gioco Fortnite. Apple ha quindi rimosso l’app dello store per violazione delle regole. Nonostante il ricorso presentato da Epic Games, il giudice ha dato ragione ad Apple. La software house ha quindi depositato denunce negli Stati Uniti (il processo dovrebbe iniziare il 3 maggio), nel Regno Unito, in Australia e in Europa.
Un giudice britannico aveva respinto la denuncia presentata da Epic nel Regno Unito per difetto di giurisdizione. Ora la software house ha deciso di tornare alla carica, denunciando Apple presso l’autorità antitrust in supporto all’indagine avviata all’inizio del mese.
Epic afferma che Apple ha chiaramente violato il Competition Act del 1998, in quanto obbliga gli sviluppatori ad utilizzare il suo store per la distribuzione delle app e il suo sistema di pagamento in-app, impedendo l’uso di soluzioni alternative. Il fondatore e CEO Tim Sweeney ha dichiarato:
Mettendo in ginocchio la concorrenza ed esercitando il suo potere di monopolio sulla distribuzione e sui pagamenti delle app, Apple toglie ai consumatori del Regno Unito il diritto di scegliere come e dove ottenere le loro app, mentre blocca gli sviluppatori in un unico mercato che consente ad Apple di addebitare qualsiasi commissione che sceglie. Queste pratiche dannose portano a costi gonfiati artificialmente per i consumatori e soffocano l’innovazione tra gli sviluppatori, molti dei quali non sono in grado di competere in un ecosistema digitale truccato.