Roma – Gli utenti di Linux hanno una nuova alternativa a Mozilla: Epiphany . È questo il nome di un giovanissimo consanguineo del celebre browserone open source che, dopo diversi mesi di sviluppo, è arrivato alla sua prima versione stabile, la 1.0 .
Votato anima e corpo alla leggerezza, alla semplicità e alla praticità, Epiphany nasce da un progetto fondato dall’italiano Marco Pesenti Gritti, ex maintainer di Galeon : quest’ultimo è un altro browser free per Linux il cui codice è servito da base per la nascita del nuovo fratellino.
Gritti, che Punto Informatico intervistò lo scorso marzo, quando ancora il suo nuovo pargolo era in fasce, spiegò chiaramente come uno degli obiettivi del suo progetto sia quello di offrire agli utenti di Linux un browser che, pur basandosi sul collaudato cuore di Mozilla, rinunci a quella ridondante quantità di funzioni che ha inevitabilmente finito per appesantire e intricare il fratello maggiore e, in una certa misura, anche Galeon.
Poche settimane dopo il varo del progetto Epiphany, Mozilla.org annunciò quella storica svolta , ancora in atto, destinata a far convergere la roadmap di sviluppo verso Firebird (all’epoca noto come Phoenix ), un altro discendente di Mozilla creato con l’intento di ovviare alla complessità di quest’ultimo.
“Sono contento che il team di Mozilla.org abbia deciso di passare a Firebird e sono sicuro che questo sarà importante per convincere un maggior numero di utenti Windows ad utilizzare Mozilla”, ha detto Gritti a PI. “Finalmente si è capito che occorre concentrarsi sull’usabilità per rendere più facilmente fruibile la qualità eccezionale del motore di rendering. Spero che la recente decisione di AOL, anziché rallentare la roadmap, dia vita ad una comunità più aperta e numerosa che ne consenta la realizzazione in tempi brevi”.
Sebbene condividano lo stesso motore di rendering, Gecko, e all’incirca gli stessi principi ispiratori, i progetti Firebird ed Epiphany hanno scelto strade molto diverse nell’implementare l’interfaccia dei propri browser: mentre il primo ha adottato XUL , un linguaggio creato all’interno della comunità di Mozilla per sviluppare interfacce multipiattaforma, il secondo ha preferito l’integrazione con l’ambiente desktop Gnome (di cui è divenuto una delle applicazioni ufficiali), una scelta che sebbene limiti pesantemente le possibilità di porting verso altri sistemi operativi, fornisce al browser coerenza grafica e funzionale con le altre applicazioni di Gnome.
“Epiphany segue il più possibile la guida di sviluppo dell’interfaccia sviluppata dal team usability di Gnome, un gruppo composto da persone che, al contrario della maggior parte dei programmatori, sono molto competenti in materia di usabilità”, ha spiegato Gritti a PI. “I vantaggi sono, fra gli altri, la condivisione con le altre applicazioni di Gnome del look and feel, della struttura dei menù, delle combinazioni dei tasti e, più in generale, dei comportamenti dell’interfaccia utente”.
Ecco le altre caratteristiche di Epiphany descritte a PI da Gritti, che ha anche parlato di un nuovo, ambizioso progetto. “Normalmente le interfacce delle applicazioni Linux, essendo sviluppate da esperti di computer per altri esperti, sono zeppe di funzioni che richiedono conoscenze tecniche per essere utilizzate”, ha spiegato Gritti. “In Epiphany abbiamo cercato il più possibile di evitare tali funzionalità, perché sappiamo che sono fruibili da un numero molto limitato di utenti: sono quindi una soluzione solo apparente ai problemi”.
“In Epiphany – ha continuato il suo ideatore – abbiamo invece cercato di concentrarci sulle funzionalità basilari, quali la visualizzazione e la navigazione on-line e off-line delle pagine Web, cercando di semplificarle al massimo. Fra il software, i browser in modo particolare sono infestati da residuati storici di dubbia attualità nel Web moderno. Una parte importante del lavoro è consistita nel risalire ai contesti d’uso di queste funzionalità e nel cominciare a riprogettarle gradualmente”.
Gritti sostiene di aver lavorato in modo particolare anche sull’estensibilità del proprio browser, caratteristica implementata attraverso il supporto nativo dei plug-in: questa caratteristica, secondo lo sviluppatore italiano, “fa in modo che possano essere soddisfatte anche le esigenze degli utenti più esperti senza andare a scapito dell’usabilità generale”.
Epiphany adotta un’organizzazione non gerarchica dei bookmark accessibile direttamente dal desktop, oltre che dal browser stesso. Gritti afferma infatti che diversi studi hanno dimostrato come le gerarchie siano uno strumento assai poco flessibile per gestire l’enorme mole di informazione disponibile oggi nel Web.
“La maggior parte degli utenti – ha detto Gritti – è costretta ad utilizzare i motori di ricerca come surrogati. Infatti l’associazione è una modalità più naturale di accesso all’informazione che una categorizzazione rigida”.
Fra le altre caratteristiche salienti della versione 1.0 di Epiphany si trova una barra degli strumenti personalizzabile attraverso il drag and drop delle icone; una gestione dei documenti scaricabili dal Web che, grazie all’integrazione con Gnome, può consentirne la memorizzazione su disco o l’apertura con l’applicazione più adatta; un numero ridotto di menù e preferenze; un’implementazione dei tab per la navigazione a thread; un miglioramento generale delle prestazioni e della stabilità.
“Credo che nel corso dello sviluppo della 1.0 abbiamo fatto passi avanti significativi – ha detto il maintainer di Epiphany -, tuttavia rimane ancora molto da fare: le prossime versioni non presenteranno alcuna rivoluzione ma un lavoro continuo in questa direzione. Credo che dovremo sempre più lavorare anche sulle altre parti del desktop”.
Ecco alcune delle cose che Gritti si propone di realizzare nel prossimo futuro:
– una configurazione dei font a livello di quella di IE o Safari;
– una migliore gestione dei download, possibilmente integrata con il file manager;
– l’introduzione di speciali preferenze per rendere Epiphany utilizzabile anche nei chioschi informativi;
– l’adozione del sistema di stampa di Gnome al posto di quello di Mozilla;
– dei nuovi filtri per la cronologia;
– una funzione per il blocco selettivo dei pop-up;
– un ulteriore sviluppo dei tab come tool per una navigazione a thread.
Il papà di Epiphany ha spiegato a PI di essere al lavoro anche su di un nuovo progetto, Storage , per la realizzazione di una modalità di accesso ai dati “più potente delle gerarchie del file-system” e in grado di supportare il linguaggio naturale attraverso un meccanismo di ordinamento dei dati basato su associazioni. Ad esempio, per cercare sul proprio hard disk tutte le canzoni di Pinco Pallino, sarà possibile introdurre come criterio di ricerca una frase del tipo “trova tutti i brani di musica il cui autore è Pinco Pallino”.
“Gli obiettivi del progetto – ha commentato Gritti – sono molto ambiziosi, alcuni realizzabili soltanto sul lungo termine, ma con Seth Nickell, il leader del team di usabilità di Gnome, e Curtis Hovey, che sta lavorando su Medusa (un demone che si propone di aggiungere funzionalità di ricerca a Nautilus ), vorremmo utilizzarlo già a breve termine per l’archiviazione di file e pagine Web, così da consentirne un rapido accesso senza bisogno di noiose, e mai perfette, categorizzazioni. Per Epiphany si tratterebbe sostanzialmente di un’evoluzione dell’attuale sistema dei bookmark”.