Dopo aver respinto al mittente la dichiarazione di morte prematura del PC “coniata” dall’ingegnere di IBM che contribuì a realizzare il primo computer “personale” della storia, Frank X. Shaw di Microsoft torna a intervenire nella discussione sulla presunta era “post-PC” parlando di natura umana e di bisogni insopprimibili che solo un PC propriamente detto è in grado di supportare. Ora come in futuro.
Il vicepresidente del colosso di Redmond dice che è nella natura dell’uomo vedere le cose con la stessa dicotomica scissione tra il bianco e il nero, così che ogni nuova tecnologia apparsa sul mercato debba per forza di cose “uccidere” quella precedente e sostituirvi interamente a essa.
La realtà delle cose, dice Shaw, è molto diversa e molto più sfaccettata: i dispositivi tecnologici recentemente divenuti popolari tra gli utenti – smartphone e tablet in primis – certamente affiancano il PC, ma altrettanto sicuramente non sono dei “PC-killer” perché si limitano a eccellere in una serie di funzionalità che il PC già include di suo da anni a questa parte.
I tablet e i cellulari “intelligenti” saranno anche eccezionali per il mero “consumo” di contenuti, dice Shaw, ma il PC non può essere in alcun modo sostituito da tavolette e microschermi quando si tratta di “creare” i suddetti contenuti e di “collaborare” con colleghi, amici e contatti in rete, “due dei bisogni umani fondamentali, e al centro dell’idea stessa del PC”.
Le notizie sulla morte del PC sono insomma ampiamente esagerate, rassicura Shaw, e anche per quanto riguarda il consumo di contenuti i PC stanno migliorando molto rapidamente rispetto alla concorrenza dei suddetti gadget hi-tech.
Alfonso Maruccia