Sembra averci preso gusto , scatenandosi in nuove mirabolanti visioni profetiche di un futuro dominato da un search del tutto autonomo, addirittura slegato da qualsiasi forma d’intervento umano . Eric Nostradamus Schmidt è così tornato a parlare dei prossimi sentieri percorribili dalla ricerca in mobilità.
In un lungo intervento nel corso di una conferenza organizzata dalla testata TechCrunch , il CEO di Google ha infatti sottolineato come in due anni la diffusione degli smartphone possa superare quella dei PC . E soprattutto come dal mobile possa provenire la maggioranza delle ricerche web e dei relativi profitti per società come BigG.
Un trend in continua crescita, basato in primis sugli attuali ritmi di vendita dei dispositivi basati su Android. Le cui vendite – secondo Schmidt – sarebbero triplicate nella sola prima metà del 2010 . Merito anche della tabella di marcia del mobile web in generale, cresciuto otto volte tanto di quello basato su PC .
Il CEO di Google è quindi tornato a parlare del suo interesse per la storia, in futuro alimentato da un search che sia come un veggente. Capace cioè di fornire agli utenti dei risultati specifici in tempo reale senza che questi digitino anche un solo carattere . In pratica, un ulteriore passo in avanti rispetto alla nuova funzione Google Instant.
Quello che Schmidt non pare ancora capace di prevedere è l’esatta quantità di tempo che ci vorrà perché il web mobile diventi l’unico ambiente per le ricerche online. Probabilmente un tempo ancora lungo, sempre secondo il CEO di Google. Una cosa appare però sicura: gli uomini vivranno in una sorta di realtà utopica dove nulla verrà consegnato all’oblio.
“È un futuro dove nulla verrà dimenticato – ha spiegato Schmidt – In questo futuro non vi sentirete mai perduti. Conosceremo la vostra esatta posizione. Le auto si guideranno da sole. Non vi sentirete mai soli, mai annoiati, mai senza un’idea”.
Non sono poi mancate frecciatine nei confronti dell’approccio finora mostrato dal rivale Apple. Un ecosistema, quello della Mela, dove ogni applicazione deve essere sottoposta al vaglio dell’approvazione. Un ambiente dunque chiuso, esattamente il contrario di quello messo a disposizione da Google. “La strategia fondamentale di Google consiste nell’apertura – ha chiosato Schmidt – La nostra è fondamentalmente una strategia aperta. Internet aperta. Web aperto. È così che noi guidiamo ogni cosa”. Il CEO di Google – ex-membro della board di Apple – ha però riconosciuto l’efficienza degli stessi meccanismi di gestione della Mela.
Infine, alcune considerazioni su un altro agguerrito rivale di Google, Microsoft. Secondo Schmidt, Bing rappresenterebbe una “minaccia” ben più grave all’attuale dominio di BigG nel search. Per tutta risposta, il CEO di BigM Steve Ballmer ha sottolineato come le principali funzioni di Google siano nient’altro che il risultato di un certosino lavoro di copia .
“Siamo i loro migliori competitor – ha spiegato il CEO di Microsoft – Il nostro sarà un grande lavoro. Le nostre mappe sono migliori, le nostre foto sono migliori. La nostra immagine è differente”.
Mauro Vecchio