Ericsson ha comunicato che il comparto Ricerca e Sviluppo del gruppo in Italia ha raggiunto quota 750 brevetti registrati negli ultimi 20 anni, al ritmo di 1 ogni 10 giorni. Un traguardo simbolico e significativo, che mette i centri di ricerca dislocati sul territorio italiano al centro del motore innovativo dell’azienda.
Ericsson Italia, eccellenza nella ricerca
Il corpus dell’R&D italiano di Ericsson è costituito da centri di eccellenza quali Genova, Pisa e Pagani, aperti al mondo delle imprese e dell’Università e attivi su temi come il 5G e tutte le tecnologie che è in grado di abilitare.
Così Alessandro Pane, Direttore Ricerca e Sviluppo di Ericsson in Italia:
Ricerca e innovazione devono tornare al centro del dibattito strategico sulle sfide e priorità dell’Italia, in quanto leve fondamentali per guidare la ripresa post-Covid, accelerare la transizione ecologica e colmare il ritardo digitale presente in alcune aree del Paese. Servono politiche pubbliche mirate a favorire lo sviluppo di settori ad alta tecnologia e la nascita di ecosistemi di livello internazionale, capaci di attrarre e far crescere talenti e di competere con le migliori realtà straniere. I centri di Genova, Pagani e Pisa sono esempi tangibili di quello che abbiamo realizzato nel corso del tempo, facendo evolvere le nostre competenze attraverso un approccio orientato all’apertura e all’inclusione verso università, imprese e altri enti di ricerca.
Quando l’Italia è in grado di mettere in campo in modo coordinato le proprie eccellenze, raggiunge traguardi spesso impensabili: Ericsson ha imparato a far tesoro di questa esperienza lavorando sugli Innovation Garage e sfruttando il territorio italiano per le prime grandi sperimentazioni 5G (dai droni all’orchestra itinerante, passando per i progetti “Storytellers” e “Tam Tam Basketball”).
Oggi è noto come il 5G offra reti più sicure, performanti e veloci, ma al tempo stesso sta proprio nella ricerca quella capacità di trovare spazi nuovi di applicazione in grado di aprire nuove opportunità all’infrastruttura che si sta per porre in essere. Di qui l’importanza della ricerca non solo come motore di innovazione, ma come vera e propria avanguardia di esplorazione e scoperta, in cerca di nuove direzioni verso cui orientare investimenti e applicazioni.
Dopo il record mondiale del 2013, quando la tecnologia ottica italiana fu protagonista in Australia della trasmissione dati a 1 terabit al secondo, la R&S italiana ha lavorato anche all’integrazione del grafene nei circuiti fotonici per sfruttare appieno le caratteristiche trasmissive di questo materiale performante ed ecologico e aprire la strada al 6G e all’Internet dei sensi.
Il 5G, messa a terra di quel principio di “Unlimited Connectivity” su cui Ericsson ha scommesso, è la vera rivoluzione di cui il 6G sarà evoluzione successiva: i 750 brevetti registrati in Italia sono parte di questo percorso, premiando il connubio vincente tra l’azienda e il nostro Paese. Se il 6G è orizzonte lontano, però, il 5G è qui per imporsi: questione di tempo, ormai, e di percezione che vada oltre il solo concetto di velocità: c’è un mondo a 5G tutto da scoprire, anche in relazione al completamento della copertura del territorio da servizi veicolabili soltanto laddove sia accessibile una rete veloce.