Dimostrazione avvenuta: un’automobile è in grado di collegarsi ad alta velocità tramite rete 5G. Quella che anni fa era una chimera, quella che negli anni è diventata una tesi, oggi è qualcosa di concreto che presto potrà essere realtà. A mettere la firma su questo ennesimo passo avanti nello sviluppo del 5G (e dell’automotive del futuro) sono fianco a fianco Ericsson ed NTT Docomo.
Un’auto che sfreccia a tutta velocità, questo raccontano le immagini. Ma la velocità non è quella nello spazio (ove l’auto è arrivata a circa 100 Km/h), quanto quella on-air: l’auto, sfruttando nuove tecnologie appositamente installate, ha raggiunto una connessione in movimento pari a 8Gbps (arrivati ad un picco di 11Gbps alla velocità di 30 Km/h).
Per rendere possibile tutto ciò è stata installata sull’auto una specifica antenna integrata nel cristallo dell’auto prodotta dalla giapponese AGC Inc.: l’antenna, completamente invisibile all’occhio umano e pertanto perfettamente integrata nel design del veicolo, permette di sfruttare “beamforming” e MIMO per dare performance e stabilità al collegamento. Il beamforming, in particolare, inverte le logiche tradizionali grazie alla possibilità di concentrare nello spazio l’intensità del segnale, creando pertanto flussi direzionali e limitando le interferenze; MIMO (“Multiple-Input Multiple-Output”) consta invece nella capacità di gestire connessioni da più antenne, elemento fondamentale quando l’oggetto connesso è in movimento.
Ericsson non è peraltro nuova a questo tipo di esperimenti, dimostrando pertanto quanto l’azienda creda nel futuro sviluppo di tale tecnologia e di tali opportunità in ambito automotive: in passato simili esperimenti in velocità sono già stati messi a punto in collaborazione con SK Telecom e BMW Korea.
L’auto sarà connessa
L’esperimento non è soltanto un ulteriore traguardo tagliato sulla strada del 5G, ma è anche l’ennesimo tassello con cui si sta costruendo l’automotive del futuro. La connettività sarà infatti un elemento fondamentale per molti motivi: l’auto connessa, infatti, offre maggiori sicurezze, maggiori servizi e maggior assistenza all’utente. La connessione può diventare fondamentale nella gestione dei pericoli (attraverso la ricezione anticipata di allarmi), nella gestione del traffico (anche in ottica smart city), nella gestione dei segnali stradali (consentendo un dialogo standard tra la rete viaria e il veicolo), nella gestione delle emergenze (garantendo comunicazioni rapide ed efficaci), nonché nelle comunicazioni vehicle-to-vehicle (V2V, anche in ottica di ipotetiche reti mesh con cui migliorare ulteriormente le comunicazioni interveicolari).
La qualità della connessione sarà però fondamentale e la sfida è in tal senso estremamente complessa: occorrerà gestire veicoli in movimento, in quantità e probabilmente sempre più assetati di dati (nonché fornitori, in qualità di ricettacolo di sensori in grado di restituire innumerevoli dati utili alla gestione del sistema stradale). Tale orizzonte non sarebbe possibile senza un’evoluzione della rete che oggi è possibile identificare in quello che sarà il 5G: l’ennesima dimostrazione di forza di Ericsson in tal senso dimostra quanto l’innovazione stia procedendo per fare delle nuove reti uno standard ormai vicino. Gli smartphone saranno soltanto uno dei canali attraverso cui la nuova tecnologia di rete potrà esprimersi al meglio, probabilmente l’ambito di minor impatto: IoT, smart mobility, e-health e altri ambiti potrebbero veder sbloccati elementi innovativi ben più impattanti e pervasivi.
Ericsson, patto con Audi
In attesa che la rivoluzione possa prendere piede per le strade, Ericsson e Audi hanno siglato un accordo che baserà sul 5G lo sviluppo dell’Audi Production Lab di Gaimersheim, in Germania. L’idea è quella di sviluppare l’intero centro attorno ad un concetto di connettività a bassa latenza, ad alta velocità ed in grado quindi di garantire le performance richieste per un reale sviluppo in ottica di Industria 4.0.
Secondo quanto comunicato, la rete 5G che sarà sviluppata sostituirà le attuali tecnologie Wifi ed ethernet fin qui adottate per consentire l’applicazione di nuove tecnologie su lavorazioni critiche dal punto di vista della latenza: primi esperimenti, insomma, per fare del 5G un nuovo standard industriale prima ancora che un nuovo standard sulla strada.