Börje Ekholm, CEO Ericsson, ha voluto divulgare una lettera pubblica sul 5G in Europa. Il motivo sta nel fatto che, alla vigilia dell’esplosione del 5G, alcuni tasselli ancora devono andare a posto ed Ericsson – che su questo tema intende assumere ruolo di leadership – non intende soltanto sviluppare soluzioni hardware, ma anche accompagnare i policy maker e tutti coloro i quali avranno interesse in questa filiera.
Mentre ci prepariamo per il Mobile World Congress di Barcellona, siamo orgogliosi della nostra posizione sul mercato e del nostro portfolio. Ad oggi abbiamo annunciato pubblicamente accordi 5G con 10 operatori clienti, più di qualsiasi altro vendor, e 42 protocolli d’intesa. L’hardware dell’Ericsson adio System è stato progettato come 5G-ready dal 2015 e oggi può essere utilizzato anche per tecnologia 5G NR semplicemente tramite un’installazione software da remoto. Ciò significa che abbiamo già consegnato oltre 3 milioni di siti radio pronti per il 5G ai nostri clienti in tutto il mondo. Inoltre, nel corso del 2018 siamo stati i principali contributori dell’organismo di standardizzazione 3GPP, a dimostrazione della nostra posizione di leader.
Al cospetto della rivoluzione che a iniziare, però, ci sono alcune puntualizzazioni che Ericsson intende affrontare.
L’Europa e il 5G
Secondo Ekholm i timori che l’Europa possa rimanere indietro sul 5G sono effettivamente fondati: la maggior parte dei paesi non ha nemmeno avviato l’asta per l’attribuzione delle frequenze ed inoltre il costo di accesso allo spettro è eccessivamente alto. Troppe incertezze, troppi costi e troppi rischi: tali elementi, tutti dipanabili attraverso una politica per il 5G più aperta all’innovazione, creano un contesto non certo fertile per le aziende che intendono investire:
Quando parliamo con i nostri clienti, è chiaro come siano influenzati da questa incertezza. Hanno fatto grandi investimenti e continueranno a farli per avere reti dalle prestazioni elevate. La posta in gioco è alta e comprendiamo che la continua incertezza influirà sulla loro capacità di andare avanti.
L’appello è indirizzato quindi anzitutto alla politica ed ha chi ha in mano la possibilità di facilitare il compito agli operatori o rendere più complesso il loro investimento sul 5G: se l’UE rimarrà indietro su questo fronte, potrebbe perdere il treno dell’innovazione e non poter abilitare tutte le potenzialità che le nuove reti potrebbero generare.
Sicurezza
Gran parte della discussione sul 5G a livello globale è focalizzata sulla sicurezza. Quando si parla di 5G, la sicurezza non è una componente aggiuntiva, ma viene integrata sin dall’inizio come parte del processo di standardizzazione. Ecco perché il 5G è la generazione di reti più sicura di sempre.
Tuttavia, spiega Ekholm, per una vera sicurezza non ci si può affidare soltanto ai processi standard che hanno affiancato lo sviluppo delle tecnologie 5G; né ci si può affidare ai testi di laboratorio, poiché riflettono situazioni standardizzate, configurazioni predefinite e contesti non probanti. Secondo Ericsson, “lo sviluppo del software moderno si basa su continue implementazioni di nuove versioni e funzionalità“:
In particolare, i casi critici di utilizzo del 5G, come la guida autonoma e il manufacturing, richiederanno un ampliamento dei test necessari, rallentando ulteriormente lo sviluppo di nuovi business case industriali.
Insomma: a mano a mano che il 5G si avvicina, occorre fare in modo che il quadro regolatorio possa essere accogliente nei confronti della nuova tecnologia, ma al tempo stesso possa essere garante della miglior sicurezza possibile. Le reti 5G saranno in molti casi infrastrutture critiche, sulle quali si baseranno servizi di grande importanza come potrebbe essere la futura guida autonoma. Ericsson intende essere leader di questo cambiamento ed in quanto tale lancia un appello all’Europa: occorre agire adesso, perché l’era del 5G è arrivata, la tecnologia è disponibile e gli investimenti potrebbero essere prossimi a decollare.