Un’ associazione per valutare quali siano i videogiochi che meglio rappresentano i valori dell’Islam . Si chiamerà Entertainment Software Rating Association (ESRA) il nuovo organismo che si preoccuperà di catalogare i prodotti videoludici in chiave islamica. Il lavoro dell’ESRA sarà quello di indicizzare i giochi per PC in riferimento ai valori sacri della religione di Maometto, quali la verità e la virtù, con l’obiettivo di mostrare ai genitori i prodotti giusti per i loro figli .
In maniera simile alla statunitense ESRB , l’adesione all’ESRA da parte dei produttori di videogiochi sarà su base volontaria. I fondatori dell’organizzazione si augurano che le case produttrici decidano di associarsi in massa, così da rendere conto di ciò che possa eventualmente offendere il pubblico di religione islamica .
“L’approccio dell’Islam si basa sul comportamento umano innato chiamato Al Fitra, i cui valori maggiori sono la verità, la virtù, la benevolenza, la tendenza all’eccellenza, l’innovazione e la creatività” spiega Behrouz Minaei, direttore della National Foundation of Computer Games iraniana. Il team che comporrà ESRA sarà esperto delle seguenti aree concernenti il comportamento umano: religione, psicopatologia, psicologia educativa, psicologia sociale, sociologia della famiglia, psicologia emozionale, terapia di famiglia ed educazione alle tecnologie.
Secondo gli esperti impegnati nell’operazione un organismo come ESRA dovrebbe essere il punto di riferimento degli sviluppatori e produttori di giochi che vogliano capire fino in fondo la natura della società islamica e i differenti aspetti che quest’ultima enfatizza rispetto alla cultura occidentale. Per questo motivo, Minaei e la sua squadra di lavoro hanno studiato le altre organizzazioni nazionali di rating al fine di estrapolare i valori fondanti e confrontarli con la cultura locale islamica, componendo in questo modo la scala di valori guida dell’ESRA.
Più di qualcuno avanza delle perplessità in merito all’iniziativa, dal momento che alcune interpretazioni (anche estreme) della dottrina islamica includono anche l’eliminazione fisica degli apostati, dei gay, degli adulteri e di chiunque venga considerato blasfemo, oltre all’oppressione delle donne e alla fustigazione dei trasgressori come gli alcolisti e i ladri. Ci si chiede da più parti se simili “valori” possano influenzare la neonata organizzazione, se giochi come Assassin’s Creed o Ballad Of Gay Tony potranno essere accolti senza l’intervento della censura. Ci si chiede, dunque, se la decisione di creare un regolamento che riguardi prodotti mediali sulla base di criteri di stampo religioso possa essere una buona idea: ma questo è un argomento che non riguarda l’Islam, bensì ogni forma di adesione fanatica a una dottrina.
Cristina Sciannamblo