Anche i paladini del copyright calpestano il diritto d’autore. Monta la polemica sulle pagine di TorrentFreak , blog dedicato al protocollo di sharing e alle reti di condivisione P2P. Oggetto del contendere, un comunicato falso, tendenzioso e scopiazzato emesso da BREIN , la SIAE olandese protagonista di offensive e rappresaglie nei confronti di pirati e torrentisti.
La società olandese, per contestualizzare la notizia della recente “fuga” di SumoTorrent su server canadesi, ha attinto ad un’ intervista pubblicata da TorrentFreak nei giorni scorsi. BREIN ha estrapolato la dichiarazione di un admin di SumoTorrent e l’ha sbattuta in pagina senza citare la fonte.
In realtà la fonte è stata citata, ma non indicandone la denominazione, TorrentFreak , ma utilizzando un epiteto formulare: “weblog pirata”. Lungi da BREIN linkare l’articolo che contiene il testo completo dell’intervista: i link sono un’ arma pericolosa , se branditi impropriamente.
Ma la citazione della fonte è un dovere imprescindibile per coloro che tagliuzzano e reimpastano un’opera rilasciata sotto licenza Creative Commons : TorrentFreak ha scelto di riservarsi un unico diritto, quello al riconoscimento della paternità dell’ opera . Diritto che BREIN ha scientemente calpestato, sostiene il blog, ripercorrendo i passi di un altro paladino del copyright, MPAA. Ironia della sorte, il corrispettivo internazionale dell’associazione americana che tutela gli interessi dell’industria del cinema ha recentemente insignito BREIN di una medaglia al valore per l’impegno profuso nella lotta alla pirateria.
È così che TorrentFreak minaccia un’indignata vendetta. Se BREIN evita di linkare la fonte, pur di non mostrarsi ai suoi morigerati lettori complice di un vituperabile weblog pirata, allora il weblog pirata medita di scagliarsi contro i fanatici del copiaincolla con un’azione legale.
Una provocazione, evidentemente , visto anche che secondo TorrentFreak una minuzia di questo genere potrebbe costare addirittura più di 650mila euro e persino qualche anno di carcere all’ufficio stampa di BREIN.
Gaia Bottà