Roma – Cellulare in mare? Insabbiato in spiaggia? Ecco un nuovo vademecum pensato per prevenire le “tragedie estive” causate da un uso improprio o scorretto del cellulare: lo ha diffuso ieri il segretario dell’ Associazione dei consumatori ADUC Primo Mastrantoni.
“Plof!! E’ caduto in mare il telefonino. Appoggiato sulla barca, coperto da attrezzi e asciugamani, è scivolato – spiega Mastrantoni – Urla, imprecazioni, disperazione, la voglia di tuffarsi per recuperarlo. C’è poco da fare pero’, perchè l’acqua marina è entrata e sta corrodendo i circuiti. Si puo’ lavarlo con acqua dolce, asciugarlo e portarlo da un tecnico che limiti i danni ma le speranze diminuiscono in proporzione al tempo nel quale il cellulare è stato in acqua salata. Meglio sarebbe stato acquistare una custodia a tenuta, che avrebbe impedito all’acqua di entrare. A fine estate la stragrande maggioranza dei telefonini che finiscono in riparazione hanno assaggiato l’acqua di mare”.
Ma se il cellulare non sa nuotare, anche sulla terraferma c’è da stare attenti. Innanzitutto non bisogna scordare le regole della buona creanza: “Anche sulla spiaggia è comodo avere il telefonino a portata di mano e…. disturbare i vicini con trilli e conversazioni ad alta voce. Una forma di maleducazione che occorre segnalare e biasimare”.
Ma l’educazione non basta ad evitare guai al cellulare tenuto in spiaggia.
“La comodità comunque si paga a caro prezzo se il telefonino viene esposto al sole, perchè – continua ADUC – i cristalli liquidi del visore sono danneggiati dall’eccessivo calore, così come si reca danno ai componenti se la sabbia penetra all’interno dello strumento. Anche in questo caso è necessario dotarsi di una custodia stagna e riporre il telefonino sempre all’ombra”.
Le regole richiamate sopra valgono per chi proprio non può fare a meno di portarsi il telefonino ovunque. “Se poi i vacanzieri decidessero di staccare la spina potrebbero lasciare il proprio cellulare nel comodino, oppure attivarlo a determinate ore della giornata. Sarebbe salutare, per il possessore e per i suoi vicini di ombrellone”.
Dario Bonacina