Le autorità di Tallinn non avevano dubbi: quel 19enne che su alcuni forum estoni si prodigava in istruzioni per aggredire telematicamente alcuni server istituzionali del suo paese, andava fermato. Una volta individuato, le forze dell’ordine hanno proceduto nelle scorse ore al suo arresto
Raccontano le cronache che del suo caso se ne è occupata la polizia criminale perché il giovane, di cui è stato solo fornito il nome, Dmitri, è sospettato di aver organizzato alcuni attacchi di denial-of-service distribuito (DDoS). “Dmitri – ha dichiarato un portavoce dell’ufficio del procuratore estone – ha postato su forum internet proponendo di organizzare attacchi di massa contro server del paese, attacchi noti come DDoS. Ha raccolto indirizzi di siti Internet di primo rilievo in Estonia e li ha fatti girare in vari forum, dando istruzioni su come attaccare i server”.
Che vi sia però proprio Dmitri dietro le aggressioni è tutto da verificare. Se è vero che in questi giorni alcuni server estoni stanno effettivamente subendo attacchi DDoS, in apparenza questi provengono soprattutto da altri paesi, in particolare dalla Russia . Questo può voler dire che dietro le aggressioni vi siano gang di cracker russi, non sarebbe peraltro sorprendente , oppure che Dmitri sia in grado di controllare botnet di computer infetti che si trovano in vari paesi e che può utilizzare da remoto per scatenare gli attacchi.
Le autorità ammettono che nella passata settimana alcuni siti istituzionali estoni hanno dovuto essere tirati giù dalla rete per mettere in campo contromisure contro questo genere di attacchi che, come noto, puntano tutto sul trasmettere ai server-obiettivo una quantità di richieste sufficienti a rallentarne o bloccarne del tutto l’attività.
Va detto che l’arresto, il primo del genere in Estonia , non arriva in un momento qualsiasi: nei giorni scorsi si è raggiunto l’apice con le polemiche sulla rimozione, a Tallin, del monumento al “milite sovietico” (vedi foto). Sebbene fosse stato pensato per celebrare il comportamento dell’Armata Rossa nella Seconda Guerra Mondiale, nel tempo gli estoni l’hanno sempre più identificato come un simbolo della pluridecennale occupazione del proprio paese da parte dell’Unione Sovietica. Polemiche che hanno avuto sponda anche al Cremlino e che stanno causando non poche tensioni internazionali, sebbene l’8 maggio sia prevista la sua nuova inaugurazione nel cimitero militare della capitale estone, dove il monumento ha trovato una più idonea collocazione. Ma proprio per questo non si può affatto escludere che l’attacco non sia partito dall’Estonia ma, appunto, proprio dalla Russia.
Le indagini proseguono.