Tallin (Estonia) – La Corte Suprema di Tallin ha ratificato la piena costituzionalità della riforma elettorale che introduce in via definitiva il cosiddetto voto elettronico nella giovane repubblica baltica. Il via libera della più importante autorità giuridica estone apre una nuova pagina nella storia delle democrazie europee, nonostante molte polemiche e qualche scontento.
Il presidente estone, Arnold Ruutel, si è particolarmente rammaricato della novità “ultramoderna”: il suo veto si era abbattuto sulla riforma high-tech , considerata incostituzionale. Nonostante l’approvazione della Corte Suprema, che bypassa la sua opposizione, Ruutel resta dell’opinione che certe novità introdotte dal nuovo metodo elettorale, come poter cambiare più volte la preferenza espressa, costituiscano un pericolo per il buon funzionamento della democrazia liberale.
Mihkel Pilving, capo della commissione elettorale del parlamento estone, è soddisfatto di quanto ottenuto: nel giro di un anno, l’Estonia ha elaborato e messo in atto una riforma particolarmente delicata ed importante. “Abbiamo superato l’ultimo scoglio – ha dichiarato Pilving ai reporter – adesso possiamo votare via Internet e tecnicamente siamo già pronti per farlo”.
Pilving è convinto che l’opportunità di modificare più volte un voto provvisorio , resa possibile dalla digitalizzazione delle schede elettorali, sia un ottimo espediente contro i brogli elettorali : “Il cittadino potrà cambiare in assoluta segretezza il proprio voto, mettendosi al riparo da influenze e costrizioni: potrà sempre cambiare la propria idea”, sostiene Pilving. La cornice normativa che regolamenta le elezioni telematiche prevede l’uso delle carte d’identità elettroniche già in possesso di un cittadino su due. Gli elettori potranno accedere alle “urne digitali” dal proprio PC per mezzo di speciali lettori di smart-card collegati ai computer domestici.
Alcuni partiti estoni si sono opposti alla possibilità del voto via Internet, nel timore che il connubio tecnologia-giovani possa nuocere alle politiche più conservatrici. Molti uomini politici hanno espresso preoccupazioni per il possibile abbassamento della soglia di partecipazione alla vita pubblica e non solo all’e-vote. Si ritiene infatti che numerosissimi giovani, attraverso la rivalutazione di Internet come strumento di cittadinanza , potrebbero essere mobilitati da partiti e movimenti storicamente vicini a studenti ed adolescenti e formare un nuovo “polo” progressista.
Ma i problemi generati dal voto elettronico in una piccola democrazia come l’Estonia, e superati per ferma volontà della maggioranza politica, evidentemente appaiono insormontabili in grandi paesi come il Regno Unito . Tanto è vero che il governo di Londra ha abolito la sperimentazione di questo nuovo metodo elettorale. I portavoce del ministero per gli affari costituzionali, stando a quanto riportato di recente da BBC , affermano di “non poter organizzare in alcun modo” il cosiddetto e-vote : troppo costoso e soprattutto poco sicuro. In Italia, come noto, si è svolto l’anno scorso il primo test di una forma di e-vote meno complessa, che prevede comunque che il cittadino si rechi fisicamente al seggio.
Non resta che attendere la fatidica e rituale apertura delle urne estoni, il prossimo 17 ottobre: l’esito delle prime elezioni locali elettroniche, insieme ad eventuali intoppi e pregi, potrà costituire un ottimo indicatore per il futuro della democrazia telematica in Europa.
Tommaso Lombardi