Web (internet) – Il gruppo di artisti che fanno capo a www.etoy.com, dominio ora sospeso, non perdonerà l’azione di eToys e ancora dubita che i dirigenti del colosso dei giocattoli online facciano sul serio. E non crede fino in fondo alle parole di questi ultimi secondo cui il negozio virtuale farà cessare la propria azione giudiziaria contro etoy.com e rifonderà ogni spesa legale sostenuta finora.
Una “marcia indietro” che nei fatti rappresenta una bastonata notevole per eToys che qualche tempo fa decise che gli artisti che avevano messo in piedi il dominio www.etoy.com “ledevano” l’immagine dell’azienda. Un dominio, si badi bene, nato due anni prima della nascita della stessa eToys. Quest’ultima, nel fare causa contro gli artisti e nell’ottenere la sospensione del loro dominio, si era messa contro l’intera rete, almeno quella più seria, che in America e in Europa ha iniziato in queste settimane un’opera di boicottaggio del sito del negozio e ha attivato numerose iniziative contro lo strapotere del business sulla rete.
Una mobilitazione tale da indurre gli industriali a tornare sui propri passi e, in sostanza, a “chiedere scusa”. Non solo, eToys pare aver appreso la lezione tanto da affermare che non metterà bocca su alcuno dei contenuti del sito www.etoy.com che il gruppo di artisti vorrà pubblicare. Proprio sui contenuti del sito era nata la causa e, recentemente, eToys aveva condizionato la fine delle ostilità alla possibilità di porre dei veti sulle pubblicazioni. Ora pare che anche questa richiesta sia stata ritirata.
Per il momento quelli di etoy.com rimangono comprensibilmente scettici sulle dichiarazioni di eToys e annunciano la propria mobilitazione fino a quando la causa non sarà ritirata e il proprio dominio riattivato. Sui negoziati in corso, etoy.com ha commentato: “ci sono pochi dettagli ma il più importante è relativo a come loro annunceranno l’accordo. Non vogliamo sentire che è stato un quiproquo. Loro hanno tentato di schiacciarci e non ha funzionato. Sappiamo tutti perché non ha funzionato, perché la comunità online ha fatto quadrato. Ora vogliono dire che non ci siamo capiti, ma loro sanno meglio di chiunque altro che hanno tentato di schiacciarci”.