L’Euro digitale altro non sarà se non una trasposizione immateriale del denaro contante attuale. A chiarire il concetto circa il possibile progetto che la BCE potrebbe intraprendere fin dalle prossime settimane è Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, il quale delinea i paletti entro cui l’idea potrebbe svilupparsi. L’occasione è quella della Milano Finanza Digital Week, evento di approfondimento sul futuro dei pagamenti e della finanza.
Nessuno abbia fretta, ammonisce al tempo stesso Panetta: l’Euro Digitale non è destinato a diventare realtà in tempi più brevi di almeno 5 anni.
L’Euro Digitale
L’Euro digitale, anzitutto, si configurerà (al pari del denaro tradizionale) come una passività della Banca Centrale: nulla più e nulla meno rispetto a qualunque banconota. Secondo Panetta “Sarà una moneta utilizzabile per le spese al dettaglio da tutti: cittadini, imprese, istituzioni e sarà una moneta sicura perché essendo emessa dalla banca centrale, sarà priva di rischi“.
Se in termini di “valuta” sarà del tutto parificato a qualsiasi Euro circolante, al tempo stesso la sua natura digitale non andrà confusa con quella delle criptovalute per come le si intende oggigiorno:
L’euro digitale è moneta, le cripto attività o le stablecoin no. Nessuno schema di pagamento privato può garantire caratteristiche simili a quelle della moneta della banca centrale, nessuno mezzo di pagamento privato è sicuro al 100%. Le cripto attività non possono essere utilizzate come unità di conto, non sono moneta. Le stablecoin hanno rischi minori ma anche queste non moneta.
Panetta suggerisce pertanto un distinguo molto importante tra due realtà opposte ed apparentemente non conciliabili, allontanando l’idea per cui Bitcoin e simili possano essere monete spendibili sul mercato tradizionale: la loro natura è e rimarrà differente. In queste parole non si legge una bocciatura delle criptovalute, questo è chiaro: semplicemente le si confina ad un ruolo differente (già definiti dalla stessa BCE come “asset ad alto rischio”), senza ambivalenze rispetto a quello che è il circuito ufficiale della moneta riconosciuta e valida per la spesa corrente.
Il vantaggio dell’Euro Digitale, oltre alla sua tracciabilità (valore non dichiarato, ma sicuramente molto apprezzato dagli Stati nazionali), sta nelle opportunità concesse: “L’euro digitale amplierà le opzioni di pagamento disponibili, aumentando la concorrenza, generando benefici che si tradurranno in minori costi di transazione per gli esercenti e in prezzi più bassi per i consumatori“.