Che la Banca Centrale Europea sia al lavoro ormai da tempo sull’euro digitale è cosa nota. Che il debutto della moneta non sia dietro l’angolo, anche. Oggi l’istituzione di Francoforte torna a pronunciarsi sul tema, annunciando l’avvio di una nuova fase del progetto e definendo “incoraggianti” i feedback finora raccolti, abbastanza da poter guardare avanti con ottimismo per la sua buona riuscita.
Euro digitale: il progetto della BCE
Non sono stati individuati ostacoli di natura tecnica tali da fermare o mettere in standby l’iniziativa, che avrà come primo obiettivo quello di soddisfare le esigenze di tutte le parti in causa: i cittadini, i commercianti e gli intermediari. Prende dunque il via quella che è stata battezzata la investigation phase. Riportiamo di seguito in forma tradotta le parole di Christine Lagarde, Presidente della Banca Centrale Europea.
Sono trascorsi nove mesi dalla pubblicazione del nostro report sull’euro digitale. In questo periodo abbiamo condotto ulteriori analisi, raccolto input da cittadini e professionisti, realizzato alcuni esperimenti con risultati incoraggianti. Tutto questo ha portato alla decisione di andare avanti con il progetto per l’euro digitale. Il nostro lavoro mira ad assicurare che nell’era digitale i cittadini e le imprese possano continuare a disporre di un accesso alla forma più sicura di moneta, quella di una banca centrale.
Il comunicato non cita in modo esplicito Bitcoin e le criptovalute in generale, ma il riferimento è palese. La posizione della BCE sul tema è nota.
Contante e pagamenti elettronici possono coesistere
Vale la pena riportare alcuni estratti dell’intervento di Fabio Panetta, Membro del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea, che chiama in causa il ruolo del contante (essenziale secondo l’istituzione) nell’era dei pagamenti elettronici.
I servizi di pagamento digitali e online offerti dagli intermediari privati comportano benefici in termini di comodità, rapidità ed efficienza delle transazioni. Al tempo stesso, essi possono generare rischi sotto il profilo della privacy, della sicurezza e dell’accessibilità delle operazioni. Possono inoltre risultare costosi per alcuni utenti: i pagamenti digitali sono infatti utilizzati in misura maggiore dai consumatori con reddito più elevato, mentre il contante è usato soprattutto dagli utenti con reddito più contenuto, a riprova del suo ruolo essenziale al fine di favorire l’inclusione finanziaria.
Il processo di digitalizzazione è in atto e a Francoforte si manifesta la volontà di supportarlo. Ciò detto, quello di oggi non è da interpretare come l’annuncio della futura emissione dell’euro digitale: la decisione definitiva sarà presa più avanti. Prosegue Panetta.
Alla luce della digitalizzazione in atto, che potrebbe rivoluzionare il mercato dei pagamenti e persino l’intero sistema finanziario, le banche centrali devono agire con decisione al fine di mantenere il passo con l’evoluzione tecnologica in corso. Oggi il Consiglio direttivo della BCE ha pertanto deciso di avviare un progetto per l’eventuale introduzione di un “euro digitale”. L’obiettivo è quello di sviluppare una soluzione in linea con le esigenze del sistema dei pagamenti. La decisione finale sull’effettiva emissione dell’euro digitale sarà presa in una fase successiva, fermo restando che la nuova moneta digitale affiancherebbe il contante, senza sostituirlo.
I vantaggi dell’euro digitale
Quali i potenziali vantaggi dell’euro digitale? Proviamo a sintetizzare quelli principali con un elenco.
- Mezzo di pagamento privo di costi;
- assenza di rischi legati a liquidità, credito e mercato;
- tutela della privacy poiché i dati sarebbero resi accessibili solo alle autorità per il contrasto alle attività illecite;
- sostenibilità dell’infrastruttura delegata a gestire le transazioni.
Su quest’ultimo punto, Panetta chiama in causa direttamente Bitcoin e le criptovalute, che per il mining assorbono enormi quantitativi di energia.
Non prima del 2026
Prende ora il via una fase dalla durata biennale, durante la quale saranno definite le caratteristiche tecniche della moneta. Occorrerà fare delle scelte: come assicurare che l’euro digitale sia mezzo di pagamento e non strumento di trading, nel nome della stabilità finanziaria? Meglio optare per un’infrastruttura centralizzata o decentralizzata? In che modo abilitare le transazioni in modalità offline?
L’euro digitale avrà successo se determinerà vantaggi per i soggetti interessati: cittadini, commercianti e intermediari finanziari.
Al termine del biennio, se tutto andrà come previsto e per il verso giusto, prenderà il via lo sviluppo vero e proprio, per altri tre anni circa. A conti fatti, saremo in grado di incassare e spendere l’euro digitale non prima del 2026.