Dopo aver annunciato un quadro normativo per le criptovalute, la Banca Centrale Europea si è anche espressa sul tema delle valute digitali di proprietà statale. Un campo che sta percorrendo già da tempo, impegnata nella realizzazione del cosiddetto Euro Digitale.
A febbraio 2022 l’Euro Digitale sembrava solo essere nel campo delle trattative. Tante parole, ma oltre a quelle pochissimi fatti. Mairead McGuinness, commissaria europea e responsabile delle finanze dell’UE, si era posta l’obiettivo di poter pubblicare una normativa speciale sul tema nei primi mesi del 2023:
Il nostro obiettivo è introdurre una normativa all’inizio del 2023.
Attualmente, passati alcuni mesi, sembra che la Banca Centrale Europea abbia prodotto un documento di lavoro per riconoscere e identificare i problemi che rallentano i consensi per arrivare a una criptovaluta “statale”, definita CBDC.
Euro Digitale ed Europa: perché sono ancora così lontani
Uno degli aspetti che lascia a bocca aperta è la posizione assunta dalla Banca Centrale Europea nei confronti dell’Euro Digitale. Sembra che ci troviamo ancora ai preliminari dove l’espressione massima di un nuovo documento è definire la CBDC l’unico modo per ridurre i rischi del sistema finanziario:
L’introduzione di una CBDC è l’unica soluzione per garantire il regolare proseguimento dell’attuale sistema monetario poiché il denaro fisico perde la sua redditività economica e le principali criptovalute della piattaforma digitale continuano a inondare il mercato.
Il mondo va avanti, così come l’adozione crittografica, e la BCE ancora valuta quale potrebbe essere l’alternativa migliore al denaro. Purtroppo però di concreto ancora c’è gran poco. La preoccupazione principale è quella di spiegare come i consumatori si preoccupano di privacy solo in teoria, ma nella pratica cedono informazioni sensibili per piccole ricompense:
Sebbene i consumatori attribuiscano un valore elevato alla privacy nei sondaggi, in pratica tendono a cedere i propri dati gratuitamente o in cambio di una ricompensa molto piccola.
L’Euro Digitale potrebbe essere solo nella sua fase embrionale e intanto il tempo passa e la digitalizzazione avanza. Andando avanti così, il rischio è quello di trovarci di fronte allo stesso scenario del 5G in Italia. Mentre noi stiamo ancora diffondendo la rete di quinta generazione, nel mondo si pensa a come introdurre il 6G.
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