ESA ed Unione Europea hanno siglato un accordo che si estende oltre le questioni puramente scientifiche per abbracciare aspetti commerciali e persino sociali. Con la Space Strategy for Europe il Vecchio Continente intende fornire riposte concrete alla competizione globale fuori dall’atmosfera, attraverso un maggior coinvolgimento di soggetti privati, il miglioramento della sinergia tra questi e le agenzie pubbliche nello sfruttamento dei dati forniti dal sistema satellitare Galileo ed una ottimizzazione dell’impiego della tecnologia.
Secondo la Commissione Europea lo spazio è da considerarsi come un’opportunità irrinunciabile per la popolazione europea, il cui sfruttamento permetterebbe di incrementare la propria presenza sui mercati internazionali. Proprio in questa direzione convergono le decisioni della Commissione Europea circa l’investimento di maggiori risorse per foraggiare iniziative private nel campo spaziale, e portare nello spazio 30 satelliti nel prossimo decennio, all’interno dei programmi Galileo e Copernico .
Secondo Maro? ?efčovič, vicepresidente della Commissione Europea, “L’Unione Europea gioca un ruolo chiave nella politica spaziale”. L’intento della Commissione è pertanto di lavorare sfruttando tale posizione di leadership in maniera strategica per “creare posti di lavoro ed una crescita”, oltre che per mantenere le priorità politiche comuni: sicurezza, cambio del clima, trasporti, data-economy, gestione dei disastri naturali e così via. La dichiarazione comune UE-ESA sulla “Visione condivisa e obiettivi per il futuro dell’Europa nello spazio” costituisce “un ulteriore importante passo in questa direzione”. Per L’Europa, lo spazio è considerato anche come una fonte di business, come sottolinea il commissario Elżbieta Bieńkowska: “Lo spazio è un settore industriale chiave nell’economia dell’Europa, oltre che un asset strategico che supporta l’autonomia d’azione dell’Europa a livello globale”.
Per l’Europa è indispensabile ottenere maggiori investimenti privati, ai quali deve necessariamente aggiungersi una politica comune, a livello europeo, al fine di garantire alla popolazione del Vecchio Continente tutti quei servizi che sono forniti grazie alla presenza della ricerca e sviluppo nello spazio, a partire dai sistemi di navigazione usati sugli smartphone, passando per la TV satellitare, fino alla gestione dei traffico aereo, alle transazioni bancarie, al monitoraggio dei cambiamenti climatici, alla sicurezza e la difesa comune.
Come si legge nel comunicato congiunto ESA-UE, l’Unione Europea ha già stanziato una somma di 12 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 con l’obbiettivo di sviluppare progetti spaziali avanzati. A questo proposito, nella prossima legge di bilancio il Governo italiano intende confermare le risorse desinate allo spazio “senza tornare indietro rispetto al passato”, come ha affermato Salvatore Tomaselli, senatore PD e firmatario del disegno di legge per il riordino dell’Agenzia Spaziale Italiana, durante l’assemblea nazionale dell’ Aipas (Associazione per le imprese delle attività spaziali) durante la quale è stato ribadito che l’Italia manterrà la propria quota di investimenti all’interno di ESA pari a 512 milioni di euro, collocandosi in tal modo al terzo posto nella classifica dei finanziatori dopo la Germania (873 milioni) e Francia (845 milioni). “Si tratta di una ottima notizia per la nostra associazione” ha commentato il presidente Aipas, Giovanni Sylos Labini, il quale ha ricordato come l’attuazione dei programmi spaziali abbia bisogno di tempi molto lunghi, rendendo necessaria la previsione di interventi stabili e duraturi da parte del nostro paese.
Thomas Zaffino