Hanno trovato conferma le indiscrezioni circolate un paio di settimane fa: nasce ufficialmente AMLA, la nuova autorità antiriciclaggio dell’Unione Europea. Come si legge nel comunicato stampa giunto da Bruxelles, fungerà da centrale di coordinamento delle autorità nazionali
, con l’obiettivo di garantire che il settore privato applichi in modo corretto e coerente le norme dell’UE
.
L’impegno UE contro la criminalità finanziaria chiama in causa le crypto
Così si intende combattere con ogni arma possibile la piaga del riciclaggio e quella del finanziamento del terrorismo, anche facendo leva su un ambizioso pacchetto di proposte legislative che mira al perfezionamento del quadro normativo, tenendo conto dell’esigenza di adeguarlo alle sfide nuove ed emergenti legate all’innovazione tecnologica, come le valute virtuali
. Il riferimento alle criptovalute è dunque esplicito. Si passerà anzitutto dall’adozione di un approccio condiviso da tutti gli Stati membri. Queste le quattro proposte avanzate:
- un regolamento che istituisce una nuova autorità dell’UE in materia di AML/CFT (lotta a riciclaggio e finanziamento del terrorismo);
- un regolamento in materia di AML/CFT contenente norme direttamente applicabili, anche in relazione all’adeguata verifica della clientela e alla titolarità effettiva;
- una sesta direttiva in materia di AML/CFT (AMLD6), che sostituisce l’attuale direttiva (UE) 2015/849 (quarta direttiva antiriciclaggio, a sua volta modificata dalla quinta), contenente disposizioni da recepire nel diritto nazionale, come le norme sugli organismi di vigilanza nazionali e le Unità di informazione finanziaria negli Stati membri;
- una revisione del regolamento del 2015 sui trasferimenti di fondi ai fini del tracciamento dei trasferimenti di cripto-attività (regolamento (UE) 2015/847).
Di seguito riportiamo invece i compiti attribuiti alla neonata Anti-Money Laundering Authority:
- istituire un unico sistema integrato di vigilanza AML/CFT in tutta l’UE, basato su metodologie di vigilanza comuni e sulla convergenza verso standard di vigilanza elevati;
- vigilare direttamente su alcuni degli enti finanziari più rischiosi che operano in un gran numero di Stati membri o richiedono un’azione immediata per far fronte a rischi imminenti;
- monitorare e coordinare gli organismi di vigilanza nazionali responsabili di altri soggetti finanziari e coordinare gli organismi di vigilanza dei soggetti non finanziari;
- sostenere la cooperazione tra le Unità di informazione finanziaria nazionali e facilitare il coordinamento e le analisi congiunte tra di esse, al fine di individuare meglio i flussi finanziari illeciti di natura transfrontaliera.
Chiamato in causa direttamente Bitcoin e le realtà che operano nell’ambito del trading di questi asset.
Attualmente solo alcune categorie di prestatori di servizi per le cripto-attività sono soggette alle norme dell’UE in materia di AML/CFT. La riforma proposta estenderà l’ambito di applicazione di queste norme all’intero settore delle cripto-attività, obbligando tutti i prestatori di servizi all’adeguata verifica della clientela. Le nuove modifiche garantiranno la piena tracciabilità dei trasferimenti di cripto-attività, come i Bitcoin, e consentiranno di prevenire ed individuare il loro possibile impiego a fini di riciclaggio/finanziamento del terrorismo. Saranno inoltre vietati i portafogli anonimi di cripto-attività, applicando così in pieno le norme dell’UE in materia di AML/CFT al settore delle cripto-attività.
Ce n’è anche per il contante: fissato un massimale di 10.000 euro per i pagamenti in tutta l’area UE.
Questo massimale a livello dell’UE è sufficientemente elevato da non delegittimare l’euro come moneta a corso legale e riconosce il ruolo essenziale del contante. In circa due terzi degli Stati membri già si applicano massimali analoghi, anche se di entità variabile, i quali possono rimanere in vigore a condizione che non superino i 10 000 €. Limitare i pagamenti in contanti di importo elevato rende più difficile ai criminali il riciclaggio di denaro sporco.
La palla passa ora nelle mani del Parlamento e del Consiglio, che discuteranno il pacchetto di proposte. L’auspicio della Commissione è ad ogni modo quello di veder completato l’iter legislativo in breve tempo. L’avvio dei lavori per l’autorità è invece fissato per il 2024, non appena la direttiva sarà stata recepita e verrà applicato il nuovo quadro normativo.