WiFi o 5G? Qual è la migliore tecnologia su cui basare la realizzazione di piattaforme e sistemi legati al concetto di auto connessa? La Commissione Europea e gli automaker sembrano pensarla diversamente. C’è chi sostiene che i network mobile di nuova generazione ancora non siano pronti né maturi per garantire un sufficiente livello di affidabilità e chi invece afferma che non abbracciarli fin da subito finirà col porre freno all’innovazione dell’intero settore.
Auto connesse: WiFi o 5G?
La scorsa settimana l’istituzione UE ha ribadito la propria posizione, esprimendosi nuovamente a favore dell’adozione di uno standard condiviso basato sul WiFi. Della stessa opinione, tra i grandi gruppi impegnati nel mondo delle quattro ruote, figurano Volkswagen, Renault e Toyota, insieme a NXP, Autotalks e Kapsch TrafficCom. Propensi invece a optare per il 5G, tra gli altri, BMW , Daimler, Ford, il gruppo PSA che riunisce Peugeot, Citroën e Opel, senza dimenticare realtà del settore hi-tech come Samsung, Ericsson, Huawei, Intel, Deutsche Telekom e Qualcomm.
In discussione l’approvazione di norme e linee guida destinate a definire gli equilibri per un mercato che entro i prossimi anni promette di arrivare a generare miliardi di euro. Dalle tecnologie V2V (Vehicle-to-Vehicle) a quelle V2I (Vehicle-to-Infrastructure), senza dimenticare V2X (Vehicle-to-Everything) e tutti gli altri sistemi ibridi.
I sostenitori del 5G fanno leva sul fatto che i network sono già in fase di allestimento a livello globale e che la sua adozione permetterà non solo alle vetture di scambiare informazioni tra loro o con le infrastrutture della strada beneficiando di una latenza pari a pochi millisecondi, ma anche di abilitare una serie di servizi dedicati a intrattenimento, gestione del traffico e navigazione stradale oggi solo immaginabili. Questa la dichiarazione attribuita alla 5GAA (5G Automotive Association), riportata sulle pagine di Reuters.
Il testo, come attualmente proposto dalla Commissione, fallisce nel tentativo di garantire pari condizioni alle tecnologie esistenti, imponendo requisiti di interoperabilità e compatibilità discriminanti e lesivi per le nuove tecnologie.
Dello stesso parere ETNO (European Telecommunications Network Operators), associazione che riunisce i principali operatori del vecchio continente. Così si è espressa la direttrice generale Lise Fuhr.
L’Europa non può imporre una sola tecnologia per la guida connessa. Gli stati membri possono correggere l’errore riportando 4G e 5G al centro della discussione: sono in gioco la competitività globale e la sicurezza.
Automotive e connettività
La palla passa ora nelle mani del Consiglio Europeo, dove la proposta verrà di nuovo analizzata e discussa entro la metà di maggio. L’importanza della decisione è legata a doppio filo alle dinamiche che stanno sempre più avvicinando l’universo automotive a quello della connettività, complice anche l’avvento di tecnologie dedicate, ad esempio, alla guida autonoma. Su questo fronte il vecchio continente è in ritardo rispetto agli Stati Uniti e ad altri territori, ma come affermato nei mesi scorsi dai membri del Parlamento l’intenzione è quella di colmare in fretta il gap.
Volendo formulare una previsione su quanto accadrà, non ci pare troppo azzardato ipotizzare un supporto almeno parziale al 5G. L’industria globale sta puntando in questa direzione. Si consideri poi che l’iter legislativo necessario all’approvazione del testo e per la sua successiva integrazione a livello normativo nei singoli stati richiederà altro tempo, per comprendere come una volta che tutto sarà finalizzato e in vigore i network mobile di quinta generazione saranno già operativi in buona parte del territorio europeo.