Il prossimo giro di vite imposto dall’Europa nei confronti della Russia potrebbe concretizzarsi con una sanzione inerente all’ambito cloud. Lo riporta oggi Reuters, facendo riferimento a quanto confidato da una fonte interna alle istituzioni UE. Non sono stati forniti dettagli né indizi sulle tempistiche necessarie per assistere all’eventuale introduzione della misura.
Russia e cloud : in arrivo un ban UE per Mosca?
Non è chiaro nemmeno in che modo l’azione possa essere forzata da Bruxelles, considerando come i tre più importanti fornitori di servizi cloud abbiano le loro sedi principali localizzate negli Stati Uniti, nonostante siano operativi nel vecchio continente con divisioni e distaccamenti locali.
Se introdotto, non è chiaro come il ban europeo possa impattare sulla Russia, poiché i principali fornitori cloud in Europa sono società statunitensi, incluse Amazon, Google e Microsoft.
La misura avrebbe dovuto inizialmente trovare posto nell’ultimo pacchetto di sanzioni, quello annunciato la scorsa settimana in data 3 giugno, finendo però per essere esclusa durante l’iter di approvazione. La sua inclusione in una bozza circolata tra i membri della stampa è stata definita “un errore materiale” da un portavoce del Consiglio Europeo. Potrebbe essere stata eliminata mancando l’accordo tra i rappresentanti di tutti gli stati membri.
Un’altra fonte ha dichiarato che la proposta non è giunta dalla Commissione Europea, riconoscendo inoltre la presenza di difficoltà tecniche nella sua concreta applicazione.
Sulla questione è intervenuta anche una voce in rappresentanza dell’Ucraina, direttamente da Kiev. È quella di Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky. Piuttosto sintetica, la riportiamo di seguito in forma tradotta.
Dobbiamo incrementare la pressione delle sanzioni, non diminuirla.
A proposito della fornitura di servizi legati al mondo online, ricordiamo che la Russia ha di recente dichiarato guerra alle VPN. L’agenzia Roskomnadzor del Cremlino ne ha di fatto confermato la messa al bando, sottolineano che aggirare il blocco di contenuti illegali è considerato un pericolo
. Rischiano di farne le spese i cittadini e i giornalisti locali che, affidandosi a strumenti come
e altri, sono fino a oggi riusciti a bypassare le censure accedendo a fonti di informazioni estere.