Il taglio ai fondi comunitari recentemente deciso dai capi di stato europei miete la sua prima vittima, vale a dire la rete in fibra ottica che avrebbe dovuto portare la banda larga super-veloce in tutte le case dei netizen del vecchio continente.
A dare la ferale notizia è Neelie Kroes, Commissario UE per l’Agenda Digitale, che si vede scivolare tra le dita uno degli obiettivi più ambiziosi fissati per Europa 2020 : dai 50 miliardi di euro inizialmente previsti per il piano Connecting Europe Facility si è scesi agli attuali 29,3 miliardi, così i piani per “broadband e servizi digitali” avranno a disposizione (tra il 2014 e il 2020) solo 1 miliardo sui 9,2 precedenti.
Con cifre così piccole in gioco, non c’è semplicemente alcuno spazio per interventi infrastrutturali: Kroes si dice “dispiaciuta” e definisce la banda larga (in fibra) come prerequisito fondamentale per lo sviluppo di “un singolo mercato” comunitario per la realizzazione dei servizi digitali del futuro.
Il Commissario dice di voler continuare a lottare per supportare l’innovazione e la penetrazione della banda (davvero) larga in Europa, ma a questo punto i 30 Megabit per singolo cittadino previsti da Europa 2020 diventano un obiettivo molto difficile da raggiungere.
Particolarmente dispiaciuti per i tagli alla rete in fibra si dicono anche gli operatori TLC europei, che per mezzo dell’associazione di categoria ETNO parlano di una situazione sempre più insostenibile per quanto riguarda gli investimenti sulla rete fissa.
Per quanto riguarda l’Italia, infine, il taglio di fondi deciso a Bruxelles non dovrebbe avere conseguenze particolari sugli investimenti in connettività – ammesso che il prossimo governo decida di proseguire su questa strada . Una strada indispensabile, se il Belpaese vuole risalire a posizioni più decorose nelle statistiche sulle connessioni Internet comunitarie.
Alfonso Maruccia