In occasione della plenaria di Strasburgo che ha già votato nelle stesse ore anche la nuova direttiva audiovisivi, il Parlamento Europeo si è espresso in modo chiaro anche in relazione a quello che dovrà essere il futuro dell’auto elettrica nell’UE. Il progetto di legge approvato dal Parlamento si basa su tre cardini che convergono verso il medesimo principio, ossia la necessità di costruire il giusto ecosistema per far sì che la mobilità elettrica possa contribuire all’abbattimento della CO2 nei decenni a venire.
Se il fine ultimo è quello di un taglio del 40% delle emissioni di CO2 delle nuove auto entro il 2030, questi sono i tasselli che si tenta di porre in essere per favorire il percorso del mercato verso questo nuovo obiettivo:
- approvate nuove misure per accelerare l’introduzione della mobilità elettrica
- conduzione di test sulle emissioni di CO2 in condizioni reali invece che in laboratorio
- richiesta di sostegno alla produzione europea di batterie
La risoluzione è stata approvata con 389 voti favorevoli e 239 contrari.
I trasporti sono l’unico settore importante dell’UE in cui le emissioni di gas a effetto serra sono ancora in aumento. Per rispettare gli impegni assunti alla COP21 nel 2015, la decarbonizzazione dell’intero settore dei trasporti deve essere accelerata, sulla via dell’azzeramento delle emissioni entro la metà del secolo.
Taglio delle emissioni
Il taglio delle emissioni fa parte di uno sforzo più ampio per la riduzione dell’impatto ambientale delle attività umane. I trasporti, benché non rappresentino una componente maggioritaria nel bilancio complessivo delle emissioni di CO2, comportano però pericolose concentrazioni di emissioni sui tessuti urbano con maggior densità di persone e traffico, generando un naturale pericolo per la salute dei cittadini ed un crescente ostacolo alla lotta verso la decarbonizzazione.
Per questo motivo il Parlamento fissa due nuovi obiettivi al comparto automotive: il taglio delle emissioni del 40% entro il 2030 (nonostante la Commissione Europea avesse precedentemente fissato al 30% tale quota) ed un obiettivo intermedio del 20% entro il 2025.
“I costruttori le cui emissioni medie di CO2 supereranno tali obiettivi pagheranno un’ammenda al bilancio dell’UE. Tali fondi saranno destinati ai lavoratori altamente qualificati colpiti da cambiamenti nel settore automobilistico“, ma non solo: “Le case automobilistiche dovranno inoltre garantire che i veicoli a emissioni zero e a basse emissioni – ZLEV (auto elettriche o veicoli che emettono meno di 50 g CO2/km) abbiano una quota di mercato del 35% sulle vendite di nuove auto e furgoni entro il 2030 e del 20% entro il 2025“. Non si tratta soltanto di abbattere le emissioni, dunque, ma anche di creare un mercato strutturalmente ad emissioni zero: la quota di auto elettriche smerciate dovrà essere compatibile con le soglie fissate dalle istituzioni europee.
Test in condizioni reali
Fino ad oggi i test sulle emissioni di CO2 erano condotti in laboratorio, ove appositi cicli sperimentali portavano le auto a dimostrare di poter stare entro i limiti in varie condizioni di utilizzo. Poi però è emerso lo scandalo Volkswagen, grazie al quale si è capito che appositi software installati sull’auto erano in grado di identificare l’avvio di cicli di test riducendo artificiosamente le emissioni durante le sperimentazioni di laboratorio.
Per ovviare a tutto ciò il Parlamento Europeo intende aggirare l’ostacolo: i test non siano più condotti in laboratorio, ove i cicli fissi delle sperimentazioni possono essere riconosciuti da software appositamente sviluppati, ma si spostino le misurazioni su un tradizionale tessuto urbano ove l’auto possa misurarsi semplicemente con la realtà. I nuovi test siano in essere entro il 2023.
L’impatto sociale della decarbonizzazione
Uscire dal sistema incentrato sul carbone per traslare la mobilità verso un sistema incentrato sull’elettrico significa anche spostare gli equilibri in termini economici, occupazionali e concorrenziali, con un forte impatto su quella fetta di società che fin qui aveva costruito su questi equilibri il proprio modo di stare al mondo. E siccome “una transizione socialmente accettabile e giusta verso una mobilità a emissioni zero richiede cambiamenti in tutta la catena del settore automobilistico, con possibili impatti sociali negativi”, allora l’UE intende impegnarsi per far sì che il processo di decarbonizzazione non possa essere affrontato con superficialità di approccio.
L’UE dovrebbe pertanto promuovere lo sviluppo delle competenze e la ridistribuzione dei lavoratori del settore, in particolare nelle regioni e nelle comunità più colpite dalla transizione, attraverso strumenti di finanziamento dell’Unione più forti.
Un possibile contrappeso al vuoto generato dalla decarbonizzazione potrebbe essere parzialmente identificato in una industria europea di produzione delle batterie: il Parlamento Europeo chiede pertanto che l’UE si impegni anche in tal senso, alla ricerca di soluzioni che nel lungo periodo potrebbero peraltro rendere il continente maggiormente libero da eventuali restrizioni su materie prime o colli di bottiglia che andrebbero a facilitare picchi di costo su componenti del tutto essenziali per la mobilità elettrica nascente.
Maggior informazione
Entro la fine del 2019, la Commissione europea dovrà proporre una legislazione per fornire ai consumatori informazioni accurate e comparabili sul consumo di carburante, sulle emissioni di CO2 e sulle emissioni inquinanti delle autovetture nuove.
Il Parlamento, insomma, vuole imporre una maggior trasparenza nel livello di emissioni delle auto così che si possa far leva sulla consapevolezza degli utenti nell’imporre restrizioni su emissioni e obiettivi in prospettiva. “A partire dal 2025“, inoltre, “le case automobilistiche dovranno comunicare alla Commissione il ciclo di vita delle emissioni di CO2 delle nuove automobili immesse sul mercato, utilizzando una metodologia comune“. Così facendo ogni utente avrà chiaro di fronte a sé il ciclo di vita della propria auto nel rapporto con regole sulle emissioni che si renderanno via via sempre più restrittive.