Le prossime settimane saranno decisive sul fronte del contact tracing: gran parte dei paesi del vecchio continente, Italia compresa, si apprestano a lanciare le loro applicazioni con l’obiettivo di contenere la diffusione del contagio durante la Fase 2 che prevede una graduale riapertura delle attività e un allentamento delle misure restrittive. È bene precisare che il successo delle varie iniziative messe in campo è tutt’altro che scontato: servirà anzitutto che oltre la metà della popolazione installi il software sui propri smartphone, ma non vi dovranno essere forzature, come sottolineato oggi dalla Commissione Europea.
L’Europa sul contact tracing, sia facoltativo
La redazione di Reuters è riuscita a mettere le mani su un documento proveniente da Bruxelles in cui si afferma che l’uso delle app dovrà essere volontario. Nessuna costrizione, nemmeno per coloro che per gli spostamenti si affideranno ai servizi di trasporto. Qualcuno di recente ha infatti valutato l’ipotesi di introdurre l’obbligo di utilizzarla per salire a bordo di un treno o di un bus.
Il contact tracing e le misure di avvertimento che impiegano applicazioni mobile dovrebbero essere utilizzate su base volontaria, ad esempio dai passeggeri per identificare e interrompere la catena di contagi e ridurre il rischio di trasmissione finché questo persiste.
Interoperabilità: un’utopia?
Nel documento anche riferimenti all’interoperabilità tra le diverse app, necessaria se si pensa alla prospettiva di una ripresa per viaggi e turismo, settori fortemente impattati dalla crisi sanitaria degli ultimi mesi.
In considerazione della natura transfrontaliera dei trasporti è importante lavorare sull’interoperabilità e la mutua accettazione di queste misure.
Non sarà affatto cosa semplice, anzitutto considerando che non tutti i paesi hanno adottato lo stesso approccio alla raccolta e alla gestione delle informazioni. C’è chi ha scelto di farlo passando da un metodo centralizzato e chi invece, in linea con gli strumenti offerti dalla collaborazione tra Apple e Google, ne ha preferito uno decentralizzato.
Per quanto riguarda l’Italia, negli ultimi giorni si è nuovamente accesa la discussione intorno all’applicazione Immuni, portando alla luce dubbi sul fronte della sicurezza e in merito all’assegnazione del bando per lo sviluppo, tanto che qualcuno ha chiesto di fermare il progetto.