Come previsto e anticipato nei mesi scorsi dalla stessa azienda californiana, Google ha deciso di ricorrere in appello contro la decisione presa dalla Commissione Europea a metà luglio, che si è tradotta per il gruppo di Mountain View in una sanzione pari a 4,34 miliardi di euro (più precisamente 4.342.865.000 euro) per abuso di posizione dominante.
Il caso Android
Il comportamento finito nel mirino dell’organismo antitrust è quello che facendo leva sulla popolarità del sistema operativo Android ha avvantaggiato il motore di ricerca californiano e alcune sue applicazioni come il browser Chrome per la navigazione online, finendo per penalizzare la concorrenza, anche attraverso la firma di accordi siglati con i produttori dei dispositivi per far sì che i suoi servizi fossero impostati di default all’atto dell’acquisto.
Il dito è stato inoltre puntato nei confronti dell’impossibilità per i partner OEM di preinstallare le app del gruppo su dispositivi basati su versioni alternative del sistema operativo. In altre parole, così facendo Google avrebbe posto in essere vincoli stringenti con l’obiettivo di mantenere o rafforzare ulteriormente la propria leadership nel settore mobile, che oggi sfiora un market share del 74% nel vecchio continente e del 77% a livello globale (fonte StatCounter).
Google fa ricorso
La mossa di bigG e della sua parent company Alphabet era stata preannunciata già nelle ore immediatamente successive al comunicato di Bruxelles, arrivando però a concretizzarsi solo nella giornata di ieri con la deposizione dei documenti necessari al ricorso. Un’azione che giunge poco prima dello scadere dei 90 giorni concessi dalla Commissione Europea al gruppo per porre fine ai comportamenti ritenuti anticoncorrenziali.
Così Google, a luglio, aveva definito la scelta di sanzionare il gruppo, difendendo la propria piattaforma mobile e le opportunità che offre sia ai produttori di dispositivi sia alla community di sviluppatori, così come agli utenti.
Una decisione che non tiene in considerazione il fatto che i telefoni Android siano in concorrenza con i telefoni iOS, cosa che è stata confermata dall’89% di coloro che hanno risposto all’indagine di mercato condotta dalla stessa Commissione. Inoltre non riconosce quanta scelta Android sia in grado di offrire alle migliaia di produttori di telefoni e operatori di reti mobili che realizzano e vendono dispositivi Android; ai milioni di sviluppatori di app di tutto il mondo che hanno costruito il proprio business con Android; e ai miliardi di consumatori che ora possono permettersi di acquistare e utilizzare dispositivi Android all’avanguardia.
La multa inflitta al colosso di Mountain View per l’abuso di posizione dominante di Android è giunta a poco più di un anno di distanza da quella riguardante il servizio Shopping del giugno 2017, quantificata in 2,42 miliardi di euro. Nei mesi successivi Google aveva apportato alcune modifiche alla piattaforma di comparazione prezzi così da adeguarsi alle richieste della Commissione.