L’Europa guarda con interesse alle opportunità legate a blockchain, DLT e criptovalute, senza però sottovalutare i rischi connessi a un uso non consapevole o malevolo di queste tecnologie, soprattutto quando interessano il settore finanziario. Per questo l’autorità continentale responsabile sta valutando se intervenire al fine di regolamentare le ICO (Initial Coin Offering) così come già avviene con altri strumenti di investimento più tradizionali.
L’Europa e le ICO
L’approccio adottato dalla European Securities and Markets Authority è quello che mira a valutare ogni singola situazione, caso per caso, al fine di stabilire se le operazioni possano essere assoggettate a una normativa già in vigore oppure se sia necessario definire un nuovo codice.
La notizia arriva a pochi giorni di distanza dallo stanziamento di un fondo da 1,1 milioni di euro il cui obiettivo sarà quello di supportare il monitoraggio delle criptovalute come Bitcoin ed Ethereum e di altre attività riconducibili a un universo in costante evoluzione come quello FinTech. Queste le parole di Steven Maijoor, numero uno dell’ESMA.
Alcune di queste ICO sono come uno strumento finanziario. Una volta riconosciute come tali, vengono sottoposte a un impianto regolatorio. La domanda che ne consegue è cosa fare con le ICO che si collocano al di fuori di questo ambito. Le valuteremo. Crediamo di poterci pronunciare in merito entro la fine dell’anno.
Approccio comunitario
L’obiettivo dell’autorità è quello di promuovere un approccio comunitario, condiviso e collettivo di tutti gli stati membri alla risoluzione del problema, anche nel nome del tanto sbandierato Mercato Unico Digitale. La EBA (European Banking Authority) si è già pronunciata più volte sul tema, facendo appello al senso di responsabilità dei protagonisti del settore, al fine di scongiurare rischi per gli investitori e per le realtà coinvolte nelle ICO.
È dunque probabile che l’Europa scelga di percorrere il solco già tracciato oltreoceano dalla Securities and Exchange Commission, andando a normare l’attività. Così facendo anche l’UE avrà fatto il proprio passo per dare solidità legale ad una attività che, benché naturalmente centrifuga, necessita di punti fermi fissati da banche e autorità per poter scalare a nuova dimensione.