La Commissione UE ha annunciato che è raddoppiato il numero dei partecipanti all’iniziativa europea di ricerca dedicato al grafene .
Si tratta del Graphene Flagship Project , una delle più importanti iniziative di ricerca portate avanti dalla Commissione UE, dedicata proprio al materiale scoperto nel 2004 , costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio ottenuto dalla grafite e per cui, fra l’altro, si stanno studiando metodi per l’impiego nei semiconduttori e per la produzione di schermi: a disposizione c’è un bando di gara che vale 9 milioni di euro nella fase di avviamento, per un totale di ciclo di finanziamento di 54 milioni di euro .
Sono 66 i nuovi partner provenienti da 19 paesi, che fanno salire il totale dei partecipanti a 218, in rappresentanza di 738 organizzazioni di 37 diversi paesi : ad aver il maggior numero di partner nel progetto sono Italia, sempre più attiva nell’ambito , e Germania (23 ciascuno), seguiti da Spagna (18), Regno Unito (17) e Francia (13). Da ultimo hanno aderito anche Bielorussia, Bulgaria, Estonia, Israele, Repubblica Ceca e Ungheria.
Tra i 16 nuovi partner italiani vi sono l’Università degli Studi di Padova, Roma Tor Vergata, Italcementi, l’Alma Mater Studiorum di Bologna, l’INFN: si vanno ad aggiungere ad una lista che vede già iscritti il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino, STMicroelectronics, l’Università degli Studi di Trieste ed il CNR.
In generale i partecipanti al Graphene Flagship Project sono in gran parte università ed istituti di ricerca, anche se sono in aumento le imprese, soprattutto PMI, fattore che denota il crescente interesse dell’industria per il nuovo materiale.
Il commissario all’Agenda digitale Neelie Kroes ha definito il grafene un “materiale miracoloso, in grado di migliorare radicalmente la nostra vita”: ha detto inoltre che l’Europa si trova ad esser “leader della rivoluzione”.
L’obiettivo della ricerca europea, d’altronde, è quello di portare l’interesse per il grafene dai laboratori e dall’accademica all’uso quotidiano attraverso l’apporto delle aziende, “promuovere – come sottolinea Kroes – nuove tecnologie mediche, come le retine artificiali, e mezzi di trasporto più sostenibili muniti di batterie leggere e ultraefficienti.”
Claudio Tamburrino