C’è un messaggio che trapela con forza particolare dalla Digital Strategy europea, svelata soltanto in queste ore da Ursula Von Der Leyen: qualunque sia l’obiettivo che ci poniamo di fronte, non possiamo accettare compromessi in termini di velocità della rete. Altri ed ulteriori investimenti vanno fatti, quindi, affinché questo aspetto possa essere risolto e la nuova altissima velocità di nuova generazione possa giungere ovunque come veicolo di diritti e opportunità per l’intero continente.
Digital Strategy: 5G, supercomputing, velocità
Si legge nel documento diramato (pdf):
L’Europa deve investire di più in capacità strategiche che ci consentano di sviluppare e utilizzare soluzioni digitali su larga scala e deve inoltre adoperarsi per l’interoperabilità delle infrastrutture digitali chiave, come ad esempio estese reti 5G (e le future 6G)
Al 5G, il documento affianca anche tecnologie quali “Supercomputing, quantum technologies, blockchain e sicure soluzioni cloud pan-europee“, ma soprattutto considera vitale l’approdo ad una “Gigabit connectivity” che elevi in modo sostanziale il potenziale della rete e dei servizi ivi veicolati. Gli obiettivi di connettività EU 2025 debbono essere rispettati in modo stringente, perché ogni collo di bottiglia rappresenterà un handicap per l’Europa del futuro.
L’Europa ha bisogno di investire in connettività, alta tecnologia e capitale umano, così come in smart energy e infrastrutture di mobilità. Solo per le infrastrutture digitali e le reti, l’Europa ha un investment gap di 65 milioni annui, il che richiede immediate reazioni per il raggiungimento dei fondamentali obiettivi preposti.
Il documento diramato, oltre ad essere un manifesto programmatico che tocca tutte le varie sfaccettature relative all’innovazione (ivi comprese privacy e sicurezza), sembra essere anche pungolo e stimolo forte: l’Europa deve accelerare, e potrà farlo soltanto sui nuovi canali della connettività. Chi ricorda le “autostrade digitali” con cui Al Gore dipinse gli Stati Uniti del nuovo millennio? Quelle autostrade ancora devono trovare compimento nel vecchio continente, dove però l’impegno è fortemente aumentato in parallelo con l’imporsi di una nuova consapevolezza maturata in seno alle stagnazioni economiche che richiedono una repentina reazione a tutti i livelli.