Il Parlamento Europeo si dice pronto a negoziare con i governi dei Paesi membri nuove norme per regolare il ciclo di vita delle batterie. Gli accumulatori saranno infatti fondamentali per il nostro continente, poiché essenziali per una piena emancipazione dalle fonti energetiche acquistate all’estero (per motivi geopolitici) e dagli idrocarburi (per una questione ambientale).
Le batterie sono una componente essenziale, complementare e sinergica rispetto agli sforzi che saranno compiuti per l’abbandono di gas, carbone e petrolio verso una più ampia e completa elettrificazione dei consumi. Tutto ciò non può però essere realizzato se l’UE non si doterà di una filiera certa, di regole chiare e di investimenti utili a gestire l’intero ciclo di vita delle batterie: dal progetto al fine vita, dai consumi allo smaltimento, passando per investimenti, ricerca e catene produttive.
Nuove regole sulle batterie
Per la prima volta nella legislazione europea, il regolamento sulle batterie stabilisce un insieme olistico di regole per governare un intero ciclo di vita del prodotto, dalla fase di progettazione allo smaltimento. Questo crea un nuovo approccio che promuove la circolarità delle batterie e introduce nuovi standard di sostenibilità che dovrebbero diventare un punto di riferimento per l’intero mercato globale delle batterie. Le batterie sono una tecnologia chiave per promuovere la mobilità sostenibile e per lo stoccaggio di energia rinnovabile. Per raggiungere gli obiettivi del Green Deal e attrarre investimenti, i co-legislatori dovrebbero adottare rapidamente regole e scadenze chiare e ambiziose
Simona Bonafè (S&D, IT)
Il testo è stato approvato ad ampia maggioranza, con 584 voti favorevoli, 67 contrari e 40 astensioni. Tra le novità indicate nella proposta, che arriverà ora alla Commissione Europea, figurano:
- requisiti più stringenti in tema di sostenibilità, rendimento ed etichettatura;
- introduzione di una nuova categoria di accumulatori per “mezzi di trasporto leggeri” (scooter, biciclette e simili);
- riprogettazione delle batterie di smartphone e apparecchi mobile affinché possano essere rimosse e sostituite (entro il 2024).
Importante è la presa di coscienza imposta in tema di diritti umani, aspetto sul quale, come noto, l’ambito degli accumulatori è direttamente impattante:
[…] l’industria dovrebbe garantire che la catena produttiva delle batterie rispetti pienamente i diritti umani e gli obblighi di diligenza (due diligence), affrontando così i rischi relativi all’approvvigionamento, alla lavorazione e al commercio delle materie prime, che spesso sono concentrati in uno o pochi paesi.
Il testo prevede inoltre che vengano fissati livelli minimi per le quantità di cobalto, piombo, litio e nichel recuperabili e riutilizzabili: soltanto con ambiziosi obiettivi di raccolta e recupero, infatti, è possibile emanciparsi anche dal controllo delle miniere delle Terre Rare, aspetto fondamentale sotto ogni punto di vista (geopolitico, ambientale e umano). Questi i dati raccolti dall’UE già a fine 2021:
A causa della forte dipendenza dalle importazioni, l’UE viene esposta a vulnerabilità e strozzature lungo la catena di approvvigionamento. Ad esempio: la Cina garantisce il 98% della fornitura dell’UE di elementi delle terre rare (REE), la Turchia assicura il 98% dell’approvvigionamento di borato e il Sudafrica assicura il 71% del fabbisogno di platino dell’UE.
L’Europa aveva preso coscienza di questo problema ormai da tempo, ma paga l’ignavia della non-decisione: oggi i temi sono urgentemente sul tavolo, necessitano di prese di posizione immediate e costringono l’UE ad agire con solerzia. Gli investimenti nelle rinnovabili impongono maggiori esigenze in tema di accumulatori e accelerano i processi di conversione della mobilità verso un nuovo tipo di motorizzazione: occorre lavorare affinché l’Europa possa camminare speditamente verso questi obiettivi mettendo a fattor comune regole, risorse e ambizioni.