Un nuovo progetto di ricerca in materia di cloud computing si è guadagnato il finanziamento pubblico dell’Unione Europea, con l’obiettivo specifico di far evolvere le moderne tecnologie di gestione delle informazioni “tra le nuvole” e migliorare l’integrazione, la sicurezza e le operazioni di calcolo possibili sui dati immagazzinati online.
Il progetto Vision Cloud (Virtualized Storage Services Foundation for the Future Internet) vede la partecipazione di Siemens, SAP, l’Università Nazionale della Tecnica di Atene, l’Istituto Svedese di Informatica e il team di ricerca di IBM presente ad Haifa, in Israele, a guidare l’iniziativa. Il contributo della UE è quantificato in 15,7 milioni di dollari.
Stando a quanto spiegano i ricercatori IBM, Vision Cloud proverà a superare alcune delle sfide principali poste dalle infrastrutture “cloud” attualmente esistenti: uno dei concetti affrontati dal progetto è lo “storage computazionale”, un paradigma per cui un programma dovrebbe essere in grado di analizzare contenuti audiovisivi, identificare i suddetti contenuti attraverso il riconoscimento vocale ed estrarre uno script capace di descrivere le parole pronunciate nel video .
Un’altra importante sfida di Vision Cloud sarà la messa in sicurezza dell’accesso alle informazioni, con ad esempio la possibilità di limitare la fruizione solo ai membri di una medesima organizzazione contemporaneamente alla garanzia dell’accesso da più dispositivi – computer, tablet, smartphone o quant’altro.
Ultimo ma non ultimo Vision Cloud si pone l’obiettivo di mettere in cantiere nuovi livelli di mobilità e “federazione” dei dati , con una solida interoperabilità grazie alla quale le aziende potranno trasferire i propri asset digitali da un provider all’altro senza sforzi e continuando a usufruirne regolarmente durante il passaggio. Lo stesso livello di integrazione e interoperabilità è tra gli obiettivi della Open Data Center Alliance , l’associazione per il cloud computing del futuro recentemente disvelata da Intel .
Alfonso Maruccia