I Ministri delle Finanze dell’Unione Europea riuniti a Bruxelles hanno ufficializzato il loro veto al lancio delle stablecoin nel territorio continentale, almeno finché non si disporrà di un impianto normativo adeguato per regolarne l’introduzione e la circolazione. Una scelta che frena ulteriormente il già tribolato percorso di Libra verso il debutto.
L’Europa dice no alle stablecoin: stop a Libra
L’UE invoca l’adozione di un approccio comune al fine di mitigare i potenziali rischi che accompagnano la tecnologia. Nel comunicato si legge che “nessun tipo di stablecoin potrà avviare le operazioni nell’Unione Europea fino al momento in cui le sfide a livello regolatorio e legale non saranno state adeguatamente identificate e affrontate”. Certo è che trattandosi di un sistema basato su blockchain e non gestito da un ente centrale l’imposizione di blocchi territoriali potrebbe risultare più complessa di quanto previsto.
Il Consiglio riconosce ad ogni modo i benefici connessi al concetto di criptovaluta, a partire dalla semplificazione dei pagamenti tra stati diversi, avvertendo però che le monete virtuali portano con sé alcune insidie riguardanti privacy, protezione dei consumatori, tassazione, cybersecurity, lotta al riciclaggio di denaro sporco, finanziamento dei movimenti di matrice terrorista e integrità del mercato.
La questione è già stata presa in carico dalla Commissione Europea, al lavoro sulle norme necessarie. A breve verrà avviato un tavolo di confronto, già entro fine anno, coinvolgendo tutti i paesi membri, così da poter definire delle regole condivise da tutti, andando oltre quelle già formulate in autonomia da stati come Francia, Germania e Malta.
Nel testo che arriva oggi da Bruxelles non vi è alcun riferimento diretto a Libra, ma una frase in particolare (che riportiamo di seguito in forma tradotta) non sembra poter essere interpretata in altro modo se non come una richiesta di chiarimenti nei confronti di Facebook e degli altri partner dell’iniziativa.
Alcuni recenti progetti dalla portata globale hanno fornito dettagli insufficienti a proposito di come, di preciso, intendono gestire i rischi e operare il loro business.
Si tornerà certamente sull’argomento anche in vista di quella roadmap che il gruppo di Mark Zuckerberg ha fissato per il lancio della sua moneta virtuale, prevedendo un lancio entro la metà del 2020. Un termine che ora sembra eccessivamente ottimistico, anche in considerazione delle tante e importanti defezioni tra i membri fondatori.