Il Parlamento Europeo intende cambiare una volta per tutte l’istituto dell’ora legale. Nel giorno in cui già è stato ridefinito l’istituto del copyright, con l’approvazione di una nuova direttiva che opera una importante riforma, il Parlamento ha dato altresì il proprio parere favorevole al perseguimento dell’omologazione del rapporto tra l’ora legale ed i vari paesi parte dell’Unione Europea. Il cambio sarà radicale, quindi, ma non immediato: quella che doveva essere una rivoluzione fissata per il 2019 sarà in realtà spostata di un paio d’anni, così da consentire a tutti i paesi membri di informare la cittadinanza, verificare che tutto sia debitamente calibrato e che in occasione del cambio non si verifichino problemi.
La fine dell’ora legale
Sulla base di quanto votato, ne consegue che:
- il 2021 potrebbe essere l’anno della svolta, con il cambio definitivo di orizzonte e la fine dei cambi stagionali dell’ora;
- ogni stato membro dell’UE manterrà in ogni caso piena libertà nel definire il proprio singolo fuso orario (compromesso necessario per portare la maggioranza verso l’approvazione della riforma).
I Paesi dell’UE che decidono di mantenere l’ora legale dovrebbero regolare gli orologi per l’ultima volta l’ultima domenica di marzo 2021, mentre quelli che preferiscono mantenere l’ora solare dovrebbero spostare gli orologi per l’ultima volta l’ultima domenica di ottobre 2021.
Il “se” appare a questo punto fuori discussione, mentre rimangono dubbi sul “come”. La Commissione Europea dovrà infatti garantire che non possano sopraggiungere problemi nel mercato interno in relazione al fatto che l’UE potrebbe avere due tipi di orari: chi sceglierà per l’ora solare e chi invece opterà per l’ora legale (ma in ogni caso senza più la necessità dei cambi stagionali, la cui utilità era stata a questo punto messa dai più in discussione). Tali scelte avranno necessariamente ricadute tanto sugli aggiornamenti automatici dei vari dispositivi elettronici (per i quali si dovrà procedere – quando possibile – con specifici aggiornamenti software), quanto sui consumi di luce e gas nei periodi invernali.
La proposta è già passata dal Parlamento e in Commissione, nonché attraverso una valutazione che ha ricevuto 4,6 milioni di risposte, l’84% di voti favorevoli e più di un dubbio circa il modo in cui è stata portata avanti (in Italia, ad esempio, questo passaggio è stato ben poco pubblicizzato e la riforma ha avuto dunque il lasciapassare con un voto di ben scarsa rappresentatività). A seguito di quel passaggio, Jean-Claude Juncker indicò altresì quale sarebbe stato il nuovo standard: l’ora legale potrebbe diventare il nuovo orario comune condiviso, relegando l’ora solare a mera – libera – alternativa.
Il voto odierno spinge avanti l’iter con cui si potrebbe approdare per la prima volta ad un “approccio armonizzato al cambio dell’ora nel mercato unico“: la prossima fase è quella dei negoziati per la formulazione definitiva della normativa e si garantisce inoltre alla Commissione la possibilità di rinviare di un ulteriore anno l’adozione della riforma nel caso in cui fosse ravvisato un qualsivoglia problema in grado di ricadere sul mercato interno.