“Quella svolta dal presidente Giovannini è una radiografia seria e condivisibile, che colloca l’Italia tra i paesi europei che meglio hanno tutelato la coesione sociale. Il Rapporto Istat di quest’anno mostra infatti che l’Italia ha pagato, a causa della recessione, un prezzo elevato in termini di produzione e di disoccupazione, ma ha anche limitato l’impatto sociale e ha evitato crisi sistemiche analoghe a quelle di altri paesi”.
Così ha parlato il ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, recentemente intervenuto a margine della presentazione ufficiale della diciannovesima edizione del Rapporto annuale Istat . L’analisi illustrata in sintesi dal presidente Enrico Giovannini ha così tirato le somme sulla situazione economica del Belpaese alla fine del 2010.
“Il Rapporto annuale Istat, presentato questa mattina al Parlamento, evidenzia il successo delle politiche di E-governement attuate nell’ambito della riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione – si può leggere in una nota diramata da Palazzo Vidoni – la disponibilità di servizi online per imprese e cittadini è la leva che può contribuire a raggiungere gli obiettivi posti per ricerca e sviluppo dalla Strategia Europa 2020″.
L’Italia si è dunque piazzata al primo posto nel ranking d’Europa – insieme a paesi come Austria, Irlanda, Portogallo e Malta – con la totalità dei servizi erogati elettronicamente a fronte di una media europea pari all’84,3 per cento . Risultati positivi per il grado di interattività dei servizi offerti, con il 98 per cento per quelli destinati alle aziende e il 99 per cento verso i cittadini .
L’analisi effettuata da Istat ha sottolineato come nel 2010 l’83,7 per cento delle imprese italiane abbia sfruttato i servizi offerti in Rete dalla PA (95 per cento per le varie aziende con almeno 50 dipendenti). Il 77,7 per cento ha utilizzato servizi di natura non informativa, mentre più della metà ha sfruttato servizi e-gov per la modulistica.
“Il Piano per la semplificazione amministrativa 2010-2012, condiviso con le associazioni imprenditoriali, prevede: il completamento delle attività di misurazione entro il 2012, con un risparmio atteso di almeno 17 miliardi di euro per le imprese; l’estensione della misurazione degli oneri alle Regioni e agli Enti locali; la semplificazione mirata per le Pmi sulla base del criterio di proporzionalità”, si legge infine nel Rapporto.
Mauro Vecchio