Si tratta di una consistente iniezione di liquidità, che risolleverà il morale di quegli imprenditori europei preoccupati per una crisi economica impietosa. Che ha scatenato tra gli investitori una sorta di allergia da rischio, curabile soltanto con finanziamenti sicuri in aziende forti. Ma i fondatori di Skype sembrano aver dimostrato di essere immuni a questa allergia, pronti a scommettere e anche tanto.
Sono 165 i milioni di dollari (più di 120 milioni di euro) che Niklas Zennström e Janus Friis – la coppia svedese che ha fondato lo Skype Group – metteranno a disposizione di quelle startup europee che mostreranno il proprio potenziale innovativo. Aziende giovani, dunque, che potranno beneficiare di una fetta del fondo istituito dai due imprenditori svedesi attraverso una società di venture capital con base a Londra.
Per la precisione, attraverso Atomico Ventures , società nata nel 2006 con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare ad aziende sulla rampa di lancio , legate al settore del software o comunque delle tecnologie di Internet. “Cercheremo di investire in imprenditori eccezionali che stanno costruendo imprese eccezionali – hanno spiegato i due – Ci focalizzeremo su aziende che crediamo possano avere il potenziale per generare una crescita significativa, trasformare le loro industrie e fornire un forte ritorno di investimenti”.
Il modello su cui si baseranno Zennström e Friis è quindi quello della stessa Skype. O quello di Google, di Facebook. Società in grado di generare profitti senza dover passare per numerosi round di finanziamento, almeno secondo i due. In realtà, pare che i fondi di Atomico Ventures avrebbero dovuto essere più consistenti , circa 100 milioni di dollari in più. Ma la crisi è stata dura anche con i due mecenati svedesi delle giovani startup dell’IT.
Mauro Vecchio