Chi usa Netflix o Prime Video sa che i contenuti disponibili variano a seconda del paese in cui si accede. Questo significa che alcuni film o serie possono essere visti solo in certi Paesi, mentre altri ne hanno l’esclusiva. Questo fenomeno si chiama geoblocking o geo-limitazione. Si tratta di una pratica comune, ma anche controversa.
Il geoblocking ha già causato problemi a alcuni produttori di videogiochi. Nel 2021, Capcom e Bandai, insieme a Valve, la società che gestisce Steam, sono state multate per 7,8 milioni di euro per aver limitato i giochi di Steam in Europa. Valve ha fatto ricorso, ma il Tribunale europeo di primo grado ha confermato la sanzione nel settembre 2023. Un settore, però, è ancora fuori dalla discussione: le piattaforme di streaming di cui abbiamo parlato prima. L’Europa vorrebbe cambiare questo stato di cose.
L’Europa vuole eliminare le geo-restrizioni sulle piattaforme di streaming
In un rapporto, la Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento europeo esprime le sue raccomandazioni a riguardo. “Per quanto concerne l’ampliamento ai contenuti audiovisivi, la relazione sottolinea i potenziali benefici per i consumatori, in particolare per quanto riguarda la disponibilità di una scelta più ampia di contenuti a livello transfrontaliero”. Esamina anche “l’impatto potenziale che tale ampliamento del campo di applicazione avrebbe sulle dinamiche generali del settore audiovisivo”.
Quest’ultimo, tramite gruppi come Creativity Works! (CW), ritiene questa possibilità molto rischiosa. Tra i suoi membri ci sono la Lega Calcio Professionistico, Video Games Europe, l’Unione Internazionale dei Cinema e la Federazione degli Editori Europei. “Il geoblocking è una delle basi dei settori creativi e culturali europei”, dice CW. Secondo CW, la fine del geoblocking “metterebbe in pericolo 10.000 cinema in Europa, l’accesso a oltre 8.500 film on demand e fino alla metà dei budget cinematografici europei”.
Inoltre, le piattaforme di streaming come Netflix “potrebbero essere costrette a introdurre aumenti di prezzo sostanziali” per oltre 100 milioni di europei. Uno scenario peggiore che alcuni vedono come una difesa degli interessi dei membri del gruppo. Il rapporto è ben consapevole dei possibili effetti negativi dell’abolizione del geoblocking. Tuttavia, non è stata presa alcuna decisione. Tutto resta allo stadio di progetto e sicuramente dovremo attendere qualche anno prima di una realizzazione concreta.