Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla proposta di legge della Commissione nota come European Chips Act. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dai paesi asiatici e raddoppiare la quota di mercato nella produzione di semiconduttori entro il 2030. Il prossimo passo dell’iter legislativo prevede la formale approvazione della legge.
European Chips Act: 43 miliardi di euro
La proposta di legge, annunciata l’8 febbraio, rappresenta la risposta dell’Unione europea alle recente carenza di chip dovuta all’eccessiva dipendenza da Taiwan e altri paesi asiatici. L’European Chips Act prevede investimenti (pubblici e privati) per 43 miliardi di euro (3,3 miliardi dal budget europeo e 6,2 miliardi di fondi pubblici) con l’obiettivo di incrementare il market share dal 10% attuale al 20% entro il 2030.
La proposta si basa su tre pilastri o linee di azione. Il primo, denominato Chips for Europe Initiative, rafforzerà la leadership tecnologia attraverso il trasferimento di competenze dai laboratori alle fabbriche, quindi incrementando la produzione di chip.
Il secondo pilastro prevede la creazione di un framework per garantire la sicurezza delle forniture attraverso investimenti pubblici e privati. I singoli paesi membri possono concedere aiuti di Stato alle aziende che vogliono aprire impianti produttivi. Infine, il terzo pilastro prevede una stretta collaborazione tra paesi membri e Commissione per monitorare la catena di approvvigionamento, stimare la domanda e prevenire un eventuale carenza di chip.
L’accordo politico provvisorio dovrà essere finalizzato e adottato da Consiglio e Parlamento con l’approvazione della proposta di legge. Non sono note le tempistiche dell’iter legislativo, ma quasi certamente l’European Chips Act entrerà in vigore nel 2024.