Sta scivolando rapidamente verso il muro contro muro la vertenza che vede contrapposti Eutelia Spa , quarto gruppo telefonico italiano, e i dipendenti del settore IT dell’azienda: sul piatto ci sono i quasi 2mila posti di lavoro del comparto che l’operatore ha deciso di cedere. Decisione che ha messo sull’allerta sindacati e lavoratori, e che oggi vedrà questi ultimi scendere in piazza in un corteo organizzato ad Arezzo dalle principali sigle sindacali delle categorie metalmeccanica e telecomunicazioni.
Fabrizio Potetti , coordinatore nazionale Fiom-Cgil del gruppo Eutelia, ha spiegato a Punto Informatico che la sua sigla nutre molte speranze nella riuscita della manifestazione: “Abbiamo ottime sensazioni rispetto ai risultati – ha detto – Abbiamo pullman pieni in partenza da tutte le province: a Eutelia chiederemo una ricapitalizzazione forte della società o, in assenza di quest’ultima, diremo no allo spezzatino. Piuttosto si proceda ad una vendita unica ad un soggetto che sia in grado di dare una risposta seria all’intera azienda”.
Secondo Potetti, i numeri degli esuberi annunciati da Eutelia non trovano un riscontro materiale nella realtà: “Abbiamo fatto un accordo a giugno 2008 per un contratto di solidarietà, nel quale accettavamo spontaneamente una riduzione del tempo di lavoro pari al 37,5 per cento. Quello che è successo – spiega a Punto Informatico – è che durante la gestione di questo contratto in alcune province si è riusciti a ridurre l’orario solo del 4 per cento: le attività da portare avanti ci sono”.
In una nota, il direttore generale di Eutelia Spa Andrea Iorio ha voluto chiarire i motivi della decisione di mettere in vendita il comparto IT: “Il Cda ha compiuto un atto doveroso nei confronti degli azionisti – spiega – Alla luce dei risultati 2008 che indicano al 30 settembre una perdita del settore IT Eutelia di 40 milioni di euro di Ebitda (con un costo del lavoro che incide per oltre il 78% sul fatturato dello stesso settore) la dismissione è certamente la via da seguire per il rilancio delle attività”.
“Eutelia Spa – prosegue Iorio – con il recente Cda ha deliberato l’uscita dal settore It. Le motivazioni che sottendono tale decisione non possono prescindere dall’intersezione derivante da una attenta valutazione di carattere economico-finanziario unita alle prospettive del segmento di mercato da una parte, dagli alti costi gestionali calati in una realtà imprenditoriale quale quella di Eutelia dall’altra”.
Di diverso parere Potetti: “Al di là dei bilanci dell’azienda, questa operazione ha portato alla proprietà dei soldi: la famiglia Landi non ha perso, ha guadagnato, ed è stato per via della loro mancanza di cultura dei servizi, e della centralizzazione ad Arezzo, che le attività delle società acquisite si sono inaridite: il portafoglio Getronics (azienda acquisita assieme alla Bull, ndr) ne è risultato impoverito”.
Potetti parla di una cultura aziendale ancora legata a quella di una piccola impresa, cresciuta molto in poco tempo: “I commerciali di una azienda di queste dimensioni sarebbe importante che fossero sempre a contatto con il cliente per raccoglierne le richieste e comprenderne i bisogni: invece – sostiene parlando a Punto Informatico – si tratta di un’attività che in azienda ad Arezzo veniva vista male, venendo applicato un rigidissimo controllo centralizzato su tutto quanto doveva accadere”.
Secondo il rappresentante sindacale, sul piatto ci sarebbero anche delle questioni più pratiche: molte delle commesse al momento gestite dal comparto IT di Eutelia sono pubbliche, e pertanto sarebbe urgente un intervento del Governo per scongiurare ogni ipotesi di interruzione di un pubblico servizio . In questo senso, tuttavia, è ancora Iorio a chiarire quali siano le intenzioni di Eutelia: “La dismissione prevede in quest’ottica (ove vadano a buon fine) la cessione di rami d’azienda con contestuale riallocazione del personale addetto. Eutelia si orienta contestualmente a garantire il mantenimento dell’efficienza e dell’alto livello qualitativo dei servizi ed evidenzia l’imprescindibile necessità e la ferma determinazione ad onorare i contratti in essere”.
C’è anche un’altra precisazione che l’azienda tiene a fare: “Colgo l’occasione – scrive sempre Iorio – per ricordare che le acquisizioni fatte nel tempo da Eutelia (tra cui molte concluse brillantemente) hanno portato valore aggiunto effettivo alla società e non sono state fatte, come si vorrebbe far trasparire attraverso vari articoli, per meri fini speculativi. Tra gli altri effetti hanno prodotto una ricaduta occupazionale importante nel corso di questi ultimi anni”.
Ma neppure su questo Potetti sembra concordare: “Quella a cui stiamo assistendo è la fine di un percorso: Eutelia è entrata in questa avventura non per gestire una operazione di carattere industriale, bensì di altra natura”. Grossa parte dei lavoratori coinvolti, secondo le stime del sindacato, proverrebbero addirittura dalla ex-Olivetti : “Il 60-70 per cento di loro ha una età media abbastanza alta, superiore ai 40 anni. Fanno parte di un’azienda che ha cambiato nome parecchie volte. Questo – continua Potetti – è l’epilogo di una storia tutta italiana, e della capacità incredibile che abbiamo di distruggere un patrimonio tecnologico, umano e professionale”.
Il sindacato lamenta anche un’ assenza trasversale delle istituzioni : “Parliamo della quarta compagnia del settore, di un’azienda con 14mila chilometri di rete e di 2mila lavoratori che rischiano il posto: eppure – prosegue – al ministero per lo Sviluppo non c’è il ministro a seguire la vicenda”. Questo, conclude, è il risultato di una mancanza di una politica di indirizzo per l’industria, dell’assenza dello Stato e dei soldi pubblici in questi settori: “Una carenza resasi palese da quando si è abolita l’industria pubblica. Altrove, in altri paesi, certe operazioni si fanno diversamente”.
a cura di Luca Annunziata