Fino a poco tempo fa il giocatore australiano Ricdic , nome di battesimo Richard, era il CEO di EBank, un istituto finanziario virtuale per la gestione di valuta (virtualissima) all’interno dell’MMORPG spaziale Eve Online . Poi il ventisettenne dirigente è sparito dalla circolazione (perlomeno online) portandosi via 200 miliardi di krediti interstellari , scambiandoli per circa 3.500 euro e mettendo in subbuglio l’economia del mondo telematico.
Il furto, avvenuto all’inizio di giugno ma emerso solo nei giorni scorsi, ha riguardato l’8% dei denari custoditi nelle virtua-casse di EBank, banca per i videogiocatori gestita dai videogiocatori stessi all’interno del sistema economico di Eve Online. Il gioco ospita 300mila giocatori registrati che dal 2003 in poi pagano un po’ di dollari al mese (attualmente 15) per combattere, raccogliere minerali, concludere affari e più in generale giocare di ruolo in un mondo sci-fi 3D.
Già vittima di altri scandali in passato, Eve Online ha questa volta sperimentato l’ebbrezza della “corsa alla banca”, con un buon numero di giocatori-clienti precipitatisi presso EBank per recuperare i virtua-crediti e chiudere il conto una volta appresa la notizia della mega-truffa da parte del gestore dell’istituto. Ricdic, nel frattempo, ha messo a frutto il denaro sonante recuperato per saldare dei debiti.
Non proprio un Robin Hood insomma, ma neanche un Danny Ocean interessato al profitto per il profitto: “Non sono particolarmente orgoglioso di quello che ho fatto – dice Richard – per questo non me ne sono vantato. Ma se dovessi farlo ancora probabilmente avrei scelto lo stesso percorso basato sulla stessa situazione”. Il virtua-truffatore australiano non si è per niente pentito, non rischia la galera perché lo scambio di moneta virtuale con quella reale non è (ancora) un reato ma di certo si è giocato (in tutti i sensi) il suo posto nel MMOG ed è stato sbattuto fuori per violazione delle regole.
L’incidente di Eve Online dimostra ancora una volta la crescente importanza che stanno assumendo le transazioni di moneta (virtuale o meno) nei mondi online popolati da centinaia e in qualche sparuto caso milioni di giocatori in contemporanea. Un’importanza che preoccupa il governo cinese , e che finirebbe letteralmente per esplodere (e con effetti ancora tutti da valutare) se anche il mastodontico World of Warcraft , come lascia intendere Blizzard per bocca di Tom Chilton in un’intervista, si trasformasse in un gioco gratuito basato su micro-transazioni in-game .
Alfonso Maruccia