Roma – Sono un professionista che opera da anni nel settore ICT, esultando di orgoglio nazionalistico, ho letto con interesse l’articolo Stanca: siamo meglio dei Francesi . Nelle orecchie risentivo la canzone di Conte: “… e i Francesi che si incazzano…”
Passata l’euforia nazionalistica però, ho riflettuto sul valore delle statistiche; sarebbe interessante chiedere al Ministro di comparare il livello di soddisfazione dei 9 milioni di utenti che hanno acceduto ai siti pubblici con quello degli altri utenti europei.
Per quanto mi riguarda, a dicembre, in occasione delle prime notizie sul decreto “data retention” , mi collegai immediatamente coi siti istituzionali ovvero quello del governo, quello delle camere e quelli dei ministeri coinvolti.
L’unico sito dove trovai menzione di tale decreto fu quello del Garante per la Privacy ove era riportata una nota polemica, ma invano ricercai il testo della norma.
Scrissi allora una email all’indirizzo info.sito@governo.it (dato che non riuscii a trovare gli indirizzi email dei ministri e del Presidente del Consiglio) con la quale facevo notare che le notizie autobiografiche e le immagini dei membri dell’esecutivo erano molto interessanti, ma che sarebbe stato ancor più interessante conoscere il risultato delle quotidiane fatiche di chi ci amministra ovvero i testi dei provvedimenti licenziati.
Concludevo il messaggio auspicando una apertura democratica che rendesse pubblici gli indirizzi email dei membri del governo.
Dal 29 dicembre, passate tutte le feste, non ho avuto alcun riscontro alla mia email, sui siti imperversano i faccioni e mancano le informazioni. Se cerco una legge inglese o americana la trovo online, gratuitamente, presso i siti istituzionali, se ne voglio una italiana mi devo comprare la Gazzetta Ufficiale sperando di beccare il giorno giusto.
Se siamo migliori dei Francesi, degli Inglesi e dei Tedeschi…
…allora poveri Francesi ed Inglesi e Tedeschi !
Cordiali saluti
Alessandro F.