Il Registro Operatori Valute Virtuali istituito in Italia dall’Organismo Agenti e Mediatori ospita oggi più di 70 realtà, tra le quali figurano i big delle criptovalute. Ci sono Binance, Coinbase e Crypto.com solo per fare alcuni esempi. Tutti, all’atto dell’iscrizione, hanno diffuso comunicati nei quali si è fatto riferimento a un via libera necessario per operare nel paese, offrendo i propri servizi a utenti e clienti. È così, ma ciò che nessuno ha sottolineato è come l’inserimento nell’elenco non sia conseguenza di alcun controllo relativo alla conformità con le leggi vigenti.
Mercato criptovalute: OAM e il suo registro
A sollevare la questione è oggi la redazione del sito CoinDesk, dopo averne ottenuto conferma direttamente da OAM. L’organismo sta ancora decidendo in che modo raccogliere le informazioni rilevanti dalle società
e, quasi certamente, non inizierà a farlo fino al prossimo anno
.
In termini concreti, cosa significa? A conti fatti, le autorità nostrane non stanno attualmente monitorando il flusso dei fondi che transitano attraverso piattaforme ed exchange né possono garantire che gli stessi servizi non siano impiegati da criminali per attività illegali come riciclaggio o altro.
La testata definisce “molto leggero” il processo di iscrizione al registro in confronto a quello previsto in altri paesi dell’Unione Europea (Francia in primis). Per l’inoltro della richiesta è necessario l’invio di informazioni come il nome della società, una Partita IVA o un codice fiscale, un indirizzo email, quello del sito Web di riferimento e la collocazione della sede fisica. Come scritto su queste pagine, Binance ha ad esempio scelto la città di Lecce. Coinbase e Crypto.com, invece, condividono la medesima location a Parma. Nell’immagine seguente l’edificio in questione.
Le tre società appena citate hanno confermato a CoinDesk ciò che già era evidente: non dispongono al momento di alcuna presenza fisica in Italia. Solo Binance dichiara di voler aprire uffici in futuro.