La “fase 2” di Immuni inizia oggi con il rilascio ufficiale di iOS 13.7 per iPhone (qui tutte le istruzioni). Parlare di “fase 2” è opportuno e necessario perché venne usata questa medesima definizione quando, mesi or sono, Apple e Google presentarono e definirono il loro progetto di “Exposure Notification” illustrandone dettagli e percorso di sviluppo.
iOS 13.7 è la fase 2 di Immuni
Tutto come da previsioni, insomma: le API avrebbero consentito di sviluppare app di contact tracing per iOS e Android, e così è stato fatto in molti paesi (Italia compresa); in un secondo momento in tracciamento sarebbe stato passato a livello di sistema operativo e le app, da elemento essenziale, diventano misura complementare.
Come avrebbe funzionato il tutto in questa seconda fase è spiegato fin dal documento originario (la versione 1.1 è datata maggio 2020):
Nella seconda fase, disponibile nei prossimi mesi, questa funzionalità sarà introdotta a livello di sistema operativo per garantire un’ampia adozione, fondamentale per il successo del contact tracing. Dopo che l’aggiornamento del sistema operativo è stato installato e l’utente ha dato la sua adesione, il sistema farà inviare e intercettare beacon Bluetooth come nella prima fase, ma senza richiedere l’installazione di un’app. Se viene rilevata una corrispondenza, l’utente riceverà una notifica e, se l’utente non ha ancora scaricato un’app ufficiale delle autorità di pubblica sicurezza, gli verrà suggerito di farlo per essere informato sui passaggi successivi. Solo le autorità sanitarie pubbliche avranno accesso a questa tecnologia e le relative app devono soddisfare criteri precisi in quanto a privacy, sicurezza e controllo dei dati.
Eccola, la fase 2 di Immuni: inizia con un aggiornamento di iOS, continuerà con un aggiornamento di Android e ci si attende nel giro di poche settimane anche l’esordio formale sugli smartphone Huawei. Immuni sarà ancora utile, insomma, ma il semplice opt-in sul sistema operativo inizierà a fare il lavoro di tracciamento su cui Immuni in seguito potrà costruire la propria assistenza sanitaria per far sì che le persone potenzialmente esposte possano contattare le autorità sanitarie ed evitare di rendersi responsabili di eventuali focolai tra i propri amici, i propri colleghi o i propri familiari.
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Su iOS 13.7 chiunque può scegliere se aderire o meno all’attività di tracciamento, in modo del tutto libero e spontaneo. Apple e Google hanno garantito fin dall’inizio che i dati legati a questo tipo di attività non sarebbero mai stati utilizzati a fini di monetizzazione ed il sistema sarà disattivato a livello regionale non appena non sarà più necessario. Insomma: archiviata la pandemia da Covid-19, l’Exposure Notification sarà messo in naftalina per recuperarlo eventualmente solo in caso di necessità.