Le VPN, strumento di sicurezza aziendale e “plus” del mondo dell’intrattenimento nel tempo libero, sono diventate strumento essenziale in tempo ed in luoghi di guerra: per questo motivo le iniziative annunciate da ExpressVPN in queste ore hanno un valore, sia simbolico che pragmatico, speciale.
La prima è stata rivolta ai giornalisti operanti in zona di guerra: per difenderli da intercettazioni e ritorsioni, ExpressVPN ha offerto loro il servizio a costo zero, potendo così proteggere tanto i loro contenuti, quanto le informazioni che potrebbero consentire la loro identificazione. Ma si è andati anche oltre: da poche ore ExpressVPN è gratis per tutti i cittadini ucraini e per gli attivisti che direttamente dalla Russia lottano per fermare la guerra.
Quel che ognuno di noi può avere ad un costo minimo, infatti, in Russia è diventato impossibile sia per il crollo del rublo (che ha moltiplicato i costi per l’accesso a qualsiasi servizio) sia per il blocco dei sistemi di pagamento, sia per le sanzioni in atto. Una VPN, vero e proprio buco della serratura attraverso cui dalla bolla sovietica è possibile guardare al resto del mondo, è diventato un lusso che non ci si può concedere: grazie all’idea di ExpressVPN, la situazione potrà rapidamente cambiare.
VPN, un dono per la libertà di espressione
Donare una VPN agli attivisti è un atto di grande valore. Consente di tendere la mano a quanti sentono di poter fare qualcosa, ma per poterlo fare hanno bisogno di proteggere la propria identità ed i propri messaggi dietro una coltre di crittografia. Le VPN servono esattamente a questo scopo, tutelando gli utenti di fronte ai filtri ed al controllo delle istituzioni locali. Mosca sta facendo tutto quanto possibile per impedire che si crei un sollevamento popolare contro il leader (fattore che in passato ha puntualmente sovvertito l’ordine politico sovietico), ma può farlo soltanto nelle piazze o laddove la protesta emerge alla luce del sole. Dietro una VPN, invece, la libertà assume contorni più ampi: l’attivista può comunicare, l’utente può attingere alle fonti preferite e il giornalista può evitare ritorsioni che pieghino la forza dell’informazione. Dietro una VPN le idee possono circolare e nessuno “zar” può imporre il proprio “niet”.
Attenzione ad un aspetto. Molti utenti russi già utilizzavano una VPN, ma ora il blocco delle carte di credito rischiava di bloccare anche la loro libertà: nessun pagamento è possibile e dunque i servizi vanno in scadenza senza consentire ulteriori attivazioni. Ecco perché la mossa di ExpressVPN assume valore particolare: restituisce agli attivisti russi quella libertà che gli è stata negata come effetto collaterale delle sanzioni poste in essere da Occidente.
We have always offered free VPN services to journalists, and now we're extending that to citizen journalists, organizers, and activists on the ground in Ukraine and Russia. You can read our blog post for more information about our program. https://t.co/cnhUgmqsoJ
— ExpressVPN (@expressvpn) March 14, 2022
Il numero di VPN vendute in Russia negli ultimi mesi si è letteralmente moltiplicato: la percezione degli eventi bellici ha iniziato a trapelare e si è reso più chiaro quanto una VPN sia una tutela fondamentale per conoscere, capire e potersi esprimere. In Occidente la libertà è invece uno standard e non sempre è chiaro quanto valore possa custodire una VPN in termini di privacy e libertà: gli eventi ucraini hanno già cambiato questa percezione, però, e per i mesi a venire sarà più probabile assistere a scelte ben più consapevoli e informate su questo tipo di strumenti.
Con questo gesto, ExpressVPN mette sullo stesso piano russi e ucraini, entrambi accomunati dallo stesso valore e dalla stessa volontà: fermare la guerra, ripristinare la pace, rimettere al centro la libertà.