Facebook starebbe preparando un’offerta pubblica iniziale ( initial public offering , IPO, la proposta con cui ci si valuta per l’esordio in Borsa) di 10 miliardi di dollari, con l’ obiettivo di arrivare ad una valutazione di 100 miliardi di dollari che le farebbe doppiare i valore di Hewlett-Packard e 3M.
L’esordio sul mercato pubblico dovrebbe permettere di remunerare i primi investitori e sarebbe spinta dalle recenti indagini della Securities and Exchange Commission (SEC): il fronte dei mercati privati secondari su cui si è mossa finora Facebook ha attirato l’attenzione della Commissione che ha aperto un’inchiesta circa la compatibilità tra l’eccezione di trasparenza garantita alle aziende con meno di 500 investitori e il valore di soggetti come Facebook, che oltretutto sembra aver impiegato in maniera smaliziata sistemi di investimento a fondo unico come quelli organizzati da Goldman Sachs.
Facebook, per questo, sembra destinata a superare i 500 investitori , quota che le permetteva di tener privati i libri contabili mantenendo un’IPO inferiore ai 10 miliardi di dollari: una cifra notevole da cui sono finora partite solo 13 aziende (tra cui Visa, General Motors e AT&T) e che rappresenterebbe un record per un attore che opera online.
La Borsa nell’ultimo anno ha già visto gli esordi miliardari di altre aziende ICT come Groupon e Zynga . Anche per questo gli osservatori hanno iniziato a parlare del pericolo di una nuova bolla dot.com : una valutazione troppo elevata delle aziende che basano i loro profitti su beni immateriali e sulla pubblicità generata da un successo di pubblico volatile.
Grazie a questi fattori, d’altronde, Facebook è arrivata ad avere 800 milioni di utenti che le valgono un fatturato di 4 miliardi di dollari .
Claudio Tamburrino