Per Wikipedia, il numero di Dunbar è un limite cognitivo di natura teorica che fissa a 150 la cifra complessiva massima di persone con cui sarebbe possibile instaurare relazioni sociali stabili. Rapporti in cui un individuo conosce personalmente i suoi amici, e legati ad altre persone nella sfera sociale.
Il numero di Dunbar è stato teorizzato all’inizio degli anni 90, quando le relazioni online ancora non avevano guadagnato terreno all’interno dell’immaginario collettivo della società umana. L’antropologo britannico Robin Dunbar aveva sottolineato come le dimensioni della neocorteccia cerebrale impedissero il mantenimento duraturo di più di 150 rapporti sociali stabili .
Oggi, tuttavia, l’esplosione della Rete prima e dei social network poi ha fatto crescere vertiginosamente la quantità di amicizie online, spesso distanti dalla vita quotidiana. All’interno della sua vasta schiera di profili amici, l’utente social potrebbe ritrovarsi con contatti che sente ogni giorno sulla bacheca di Facebook, ma che non conosce affatto di persona. E questo Robin Dunbar lo sa bene.
L’antropologo britannico ha infatti annunciato i risultati di uno studio che verrà pubblicato nel corso di quest’anno per conto della Oxford University . Una più aperta socialità online ha forse aiutato a crescere il numero massimo di relazioni consentite dal cervello umano? La risposta è stata piuttosto secca: no.
“L’aspetto interessante – ha spiegato Dunbar al The Sunday Times – è che un utente può arrivare ad ottenere anche 1500 amici su Facebook. Ma quando si va ad osservare il traffico reale di post e simili, si potrà vedere che gli utenti si mantengono sempre all’interno della propria cerchia ristretta di 150 persone già conosciute nel mondo reale”.
Niente effetto Facebook , quindi. Dunbar ha certamente ammesso che è stata sviluppata una tendenza ad ammassare amicizie virtuali, anche prive di una certa caratteristica face-to-face . Giusto per essere seguiti insomma, followati . Come ha spiegato lo stesso Dunbar, sarebbero soprattutto gli uomini ad aver bisogno di una fisicità da toccare, all’interno di relazioni che invece le donne accetterebbero di più nella loro dimensione psicologica.
Mauro Vecchio