Facebook a pagamento: lettera di 28 NGO contro Meta

Facebook a pagamento: lettera di 28 NGO contro Meta

noyb e altre 27 NGO chiedono all'EDPB di esprimere un parere contrario all'uso del sistema "Pay or Okay", invece del consenso esplicito degli utenti.
Facebook a pagamento: lettera di 28 NGO contro Meta
noyb e altre 27 NGO chiedono all'EDPB di esprimere un parere contrario all'uso del sistema "Pay or Okay", invece del consenso esplicito degli utenti.

A fine ottobre 2023, Meta ha introdotto una versione a pagamento di Facebook e Instagram che permette agli utenti di evitare il tracciamento delle attività a scopo pubblicitario. In attesa del parere del Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB), noyb e altre 27 organizzazioni non governative (NGO) hanno inviato una lettera all’EDPB per sollecitare una decisione che rispetti il diritto alla privacy.

No al sistema “Pay or Okay”

La Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE) ha imposto a Meta di chiedere il consenso esplicito agli utenti per le inserzioni comportamentali (basate sull’attività), in quanto la precedenti basi legali (esecuzione dei contratto e legittimo interesse) sono state considerate illegali.

L’azienda di Menlo Park ha interpretato a modo suo la sentenza con l’introduzione di una versione a pagamento (9,99 euro/mese) di Facebook e Instagram. In pratica, se gli utenti non sottoscrivono l’abbonamento che elimina le inserzioni pubblicitarie, allora significa che hanno espresso il consenso al tracciamento. L’organizzazione noyb, guidata dal noto avvocato Max Schrems, ha evidenziato che la soluzione adottata da Meta non rispetta la decisione della CGUE.

I garanti della privacy di tre paesi (Germania, Olanda e Norvegia) hanno chiesto un parere vincolante all’EDPB nel mese di gennaio. In attesa della risposta, che dovrebbe arrivare entro marzo, noyb e altre 27 NGO hanno evidenziato le conseguenze di un’eventuale parere favorevole a Meta.

Se il sistema “Pay or Okay” venisse legittimato, gli utenti europei perderebbero il diritto di una libera scelta. In pratica verrebbe aggirato il GDPR (Regolamento generale sulla protezione di dati). Ogni sito, app o fornitore di servizi potrebbe chiedere la sottoscrizione di un abbonamento. La maggioranza degli utenti non pagherà nulla e accetterà implicitamente il tracciamento delle loro attività a scopo pubblicitario.

Fonte: noyb
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Pubblicato il
16 feb 2024
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