Facebook, accuse e contraccuse sul marchio

Facebook, accuse e contraccuse sul marchio

Il termine "timeline" sarebbe generico e potrebbe quindi essere utilizzato in associazione alla nuova funzione proposta agli utenti. Al contempo il sito in blu diffida dal pubblicare profili di suoi utenti senza permessi specifici
Il termine "timeline" sarebbe generico e potrebbe quindi essere utilizzato in associazione alla nuova funzione proposta agli utenti. Al contempo il sito in blu diffida dal pubblicare profili di suoi utenti senza permessi specifici

Facebook ha deciso di controdenunciare Timelines.com , accusandola di utilizzare un termine generico come marchio.

L’ultima novità del social network in blu, le Timeline che sostituiscono i profili tradizionali degli utenti, era oggetto di una denuncia dal sito dedicato alle ricostruzioni storico/cronologiche Timelines.com per violazione di marchio, a causa del nome identico a parte la “s” finale.
Timelines.com afferma che questa somiglianza creerebbe una confusione tale da spingere il traffico dal suo sito verso Facebook, mettendo a rischio la sua stessa sopravvivenza.

Il giudice aveva rifiutato di accordare un’ingiunzione preliminare contro l’introduzione della nuova funzione da parte di Facebook, ma il caso deve ancora essere affrontato dal punto di vista sostanziale: ora il social network afferma che il termine “Timeline” è generico e quindi non riconducibile ad un marchio distintivo . Basti pensare, per esempio, al fatto che lo impiega anche Twitter.

Facebook, tra l’altro, è particolarmente aggressiva sul fronte proprietà intellettuale: ha minacciato azioni legali contro IsAnyoneUp , blog che posta foto senza veli associate a screenshot dei profili Facebook dei soggetti messi a nudo per additarne l’identità.

Il sito ha problemi legali collegati alla privacy dei soggetti delle foto, spesso pubblicate come forma di “vendetta”. Le minacce di Facebook aggiungono a questa problematica ben più seria (in quanto collegabile a stalking e altri reati che coinvolgono l’individuo) quella relativa agli screenshot delle sue pagine che sarebbero tutelate dalla sua proprietà intellettuale e dalla sua licenza di utilizzo.

Per questo il social network ha inviato al proprietario del blog Hunter Moore una lettera di diffida dal continuare a pubblicare contenuti di Facebook. Moore dice di non essere intimorito e di aver ribattuto con una foto del suo pene.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
12 dic 2011
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