Quanto le campagne online di advertising a sfondo politico sono in grado di influenzare l’opinione pubblica e di conseguenza spostare gli equilibri in vista delle elezioni? E gli utenti hanno il diritto di conoscere perché una determinata inserzione viene mostrata dal feed di un social network come Facebook? Quesiti che toccano un tema delicato, soprattutto alla luce di quanto emerso in seguito alle presidenziali USA del 2016.
Facebook e l’advertising politico
Mentre negli Stati Uniti il Congresso si appresta a discutere la proposta relativa al cosiddetto Honest Ads Act, la cui finalità è proprio quella di garantire un maggiore livello di trasparenza per quanto riguarda le modalità di distribuzione delle pubblicità sulle piattaforme, arriva la notizia del blocco imposto da Facebook ad alcuni strumenti di terze parti sviluppati in modo da raccogliere (con l’aiuto di utenti volontari) informazioni sull’advertising politico. Uno di questi è quello sviluppato e rilasciato da ProPublica, che oggi denuncia quanto sta accadendo.
ProPublica e gli altri tool
Il tool si attiva installando un’estensione all’interno del browser per la navigazione. Scorrendo il Feed del social network, ogni volta che viene incontrata un’inserzione di natura politica, ne cattura uno screenshot raccogliendo inoltre informazioni sul perché viene mostrata all’utente, così da capire a quale target è indirizzato il messaggio, simulando inoltre un click sul pulsante “Perché visualizzo questa inserzione?” accessibile dal menu del post. Ne riportiamo un esempio di seguito, utile per capire dove si trova l’opzione, anche se la pubblicità non ha nulla a che fare con il contesto politico.
La schermata che si apre mostra informazioni sul target della campagna, relative ad esempio all’età dei destinatari e al loro paese di residenza.
Raccogliendo questi dati, grazie alla collaborazione di circa 16.000 volontari, il team di ProPublica è stato in grado nel tempo di compilare un database dal quale si può apprendere quale partito, movimento, esponente o gruppo politico indirizza le proprie inserzioni a una determinata fascia di utenza.
Una dinamica ora impedita da Facebook, che ha implementato nella piattaforma un blocco studiato per vietare il click automatico su “Perché visualizzo questa inserzione?”, ufficialmente per mantenere i dati degli utenti al sicuro dalla potenziale azione malevola di add-on e plugin esterni. Questa la dichiarazione attribuita al portavoce del social network Beth Gautier.
Miglioriamo costantemente le misure per impedire accessi non autorizzati da terze parti come i plugin dei browser Web, al fine di tenere al sicuro le informazioni delle persone. Si tratta di un aggiornamento di routine, applicato ai plugin per il blocco delle pubblicità e per la loro intercettazione, operazioni che potrebbero esporre i dati degli utenti a malintenzionati in modi inattesi.
La Libreria Inserzioni di FB
Facebook ricorda inoltre di aver messo online la Libreria Inserzioni, un archivio attraverso il quale cercare (citiamo testualmente) le “inserzioni relative a contenuti di natura politica o temi di interesse nazionale”. ProPublica risponde sottolineando come l’iniziativa riguardi al momento solo tre paesi (USA, Regno Unito e Brasile) e come le informazioni contenute siano almeno parzialmente incomplete e non aggiornate.
Va infine precisato che le modifiche apportate dal social hanno bloccato il funzionamento di altri tool messi a disposizione da realtà come Mozilla e Who Targets Me con la stessa finalità.
Da una parte Facebook afferma di aver messo mano al codice della piattaforma con l’obiettivo di migliorarne la sicurezza, dall’altra assesta un ennesimo colpo alla trasparenza relativa alle modalità di visualizzazione e distribuzione delle campagne pubblicitarie, impedendone il monitoraggio automatizzato a realtà esterne.