Le ambizioni di Facebook finalizzate a fornire un servizio di connettività dal cielo non sono state del tutto archiviate con l’abbandono del progetto Aquila. Il colosso di Menlo Park sembra aver siglato una partnership con l’europea Airbus al fine di sperimentare l’impiego di droni per inviare al suolo il segnale di accesso a Internet da un’altezza che può arrivare a 20 Km. È quanto riporta oggi il sito tedesco NetzPolitik.
FB e Airbus per la connettività dal cielo
Il portale cita un documento depositato nel marzo scorso e ottenuto secondo le modalità previste dal FOIA (Freedom of Information Act) in cui si legge di una fase di sperimentazione fissata per il periodo novembre-dicembre 2018 in Australia. Non è dato a sapere se i test siano stati concretamente realizzati o meno.
Si parla dell’impiego dell’unità Zephyr S prodotta da Airbus, capace di raggiungere la stratosfera in circa otto ore, per poi rimanere in volo per diversi mesi senza bisogno di tornare al suolo. Questo grazie al sistema di pannelli che ne ricoprono la superficie, in grado di produrre energia assorbendo i raggi solari. Un enorme drone caratterizzato da un’apertura alare di 25 metri e con una struttura ottimizzata in modo da ridurre il peso complessivo a soli 75 Kg, in grado di portare con sé apparecchiature differenti a seconda della finalità: in questo caso antenne per gestire il traffico dati su onde millimetriche.
L’obiettivo del progetto (lo ripetiamo, al momento non confermato in via ufficiale) dovrebbe essere quello di combattere la piaga del digital divide che ancora oggi affligge diverse zone di tutto il mondo, in particolare in alcuni paesi asiatici, nel continente africano e nell’America Latina. Facebook ha intenzione di farlo mediante un approccio inedito, fornendo un servizio di connettività dall’alto, sollevando così dall’obbligo di allestire infrastrutture ad hoc al suolo.
Una finalità già perseguita con l’iniziativa Internet.org che in alcuni dei paesi interessati ha però incontrato resistenze: è il caso dell’India, dove il progetto è stato messo sotto accusa per la violazione dei principi di Net Neutrality.
Né Facebook né Airbus hanno al momento rilasciato dichiarazioni sulla presunta partnership. Il documento emerso risulta ad ogni modo interessante per comprendere come, mentre una parte del pianeta si appresta (non senza difficoltà) a mettere un piede nell’era del 5G, per ovvie ragioni altri territori devono necessariamente guardare ad altre strade da percorrere per ridurre un gap tecnologico che rischia altrimenti di farsi sempre più ampio e gravoso, con conseguenze che inevitabilmente andranno a ripercuotesi su intere economie.