Facebook esordisce in Germania con nuovi tentativi di introdurre di strumenti per migliorare la qualità dei contenuti condivisi sulla sua piattaforma , in particolare combattendo la perniciosa diffusione di notizie false.
Proprio le cosiddette bufale hanno d’altra parte fatto ritrovare il social in blu al centro delle polemiche , in particolare per la presunta influenza avuta nella campagna elettorale statunitense che ha portato alla vittoria del candidato repubblicano Donald Trump: un ambiente favorevole per la propaganda, il trolling e le notizie false avrebbero d’altra parte creato un sistema di comunicazione alternativo ed alternative professionalità che hanno finito per segnare (dicono le critiche) non solo le vicende dalle politica statunitense, ma anche quelle di altri paesi, tra cui Indonesia e Filippine.
Il problema della virulenza delle notizie false e propagandistiche online, pertanto, ha continuato a tenere banco e Facebook, volente o nolente, è coinvolta anche finanziariamente, data la capacità di queste news di attirare click e quindi visualizzazioni e conseguenti introiti pubblicitari.
Il social network parte dalla Germania, perché proprio qui Facebook e altre piattaforme online rischiano di trovarsi davanti a draconiane proposte legislative che obbligano in maniera più o meno diretta alla sorveglianza sui contenuti condivisi: da ultimo era stato il Presidente parlamentare del Partito Social-democratico (SPD) tedesco Thomas Oppermann ad affermare che i social network “saranno legalmente obbligati ad avere un ufficio per la protezione legale in Germania, disponibile 24 ore su 24, 365 giorni l’anno” con il compito di ricevere le notifiche delle vittime di comprovate notizie false o messaggi d’odio e di adottare le necessarie risposte.
Inoltre, come per gli Stati Uniti, la campagna elettorale in Germania sta peggiorando la situazione: in particolare sembra che l’attuale Cancelliere Angela Merkel sia al centro di una vera e propria campagna di false notizie e teorie cospirazioniste, come quella che vede ora Facebook denunciata da un migrante siriano protagonista di un autoscatto con Merkel e segnalato come un terrorista da bufale che stanno circolando sul social network.
Il nuovo filtro che fa dunque ora il suo esordio nel paese europeo, dopo essere stato testato negli Stati Uniti nell’ambito di un accordo sottoscritto da Zuckerberg con alcune agenzie che si occupano di fact checking, punta su strumenti di controllo dei fatti. In pratica i contenuti segnalati dagli utenti come spam saranno sottoposti alla verifica di Correctiv , organizzazione non profit con base a Berlino che si occupa di giornalismo: in caso di bocciatura li contrassegnerà come non attendibili e innescherà un avviso a favore degli utenti che stanno per condividerlo . Inoltre le notizie individuate come inattendibili saranno penalizzate dall’algoritmo del News Feed di Facebook .
Se la sperimentazione sarà soddisfacente l’intenzione è quella di estendere lo strumento anche in altri paesi, sempre alla condizione di trovare altri partner in grado di garantire l’analisi imparziale dei contenuti.
Claudio Tamburrino