Da peggiore degli incubi a miglior alleato dei datori di lavoro. Facebook sta tentando di farsi strada nelle aziende con un nuovo prodotto chiamato Workplace . La piattaforma già nota come Facebook At Work è in verità già utilizzata con soddisfazione da oltre 1.000 società sparse tra India, Stati Uniti, Norvegia, Regno Unito e Francia. Il social network che per tanto tempo è stato vessato dalle aziende per presunti danni alla produttività, oggi si reinventa proponendo di invertire questa tendenza. E lo fa offrendo la possibilità di mantenere in contatto i lavoratori all’interno di una stessa organizzazione.
Workplace non è visto solo come un’applicazione per desktop, ma uno strumento valido per mantenere connessi quei collaboratori che svolgono spesso mansioni all’esterno del perimetro aziendale . Tra gli esempi di questo periodo di test spiccano un’azienda di spedizioni che usa Live video per rimanere in contatto con l’equipaggio delle navi e una banca che impiega lo strumento di messaggistica in sostituzione di fax e newsletter per fornire aggiornamenti alle filiali. Tra i grandi nomi spiccano Danone, Starbucks e Booking.com e ancora YES Bank, l’ONG Oxfam e la Government Technology Agency di Singapore.
Le tipiche funzionalità di Facebook sono tutte lì: la News Feed, la possibilità di creare gruppi così come la possibilità di usare i “live”, le reazioni, le funzioni di ricerca e rintracciare i trending post. L’utilizzo concreto può contemplare la condivisione di presentazioni, sessioni di video chat, organizzare un brainstorming ecc. Nello specifico è stata creata una dashboard che raccoglie i dati di utilizzo nonché un nuovo ambiente chiamato Multi-Company Group che agevola la collaborazione tra lavoratori di organizzazioni differenti in assoluta sicurezza. Quest’ultima opportunità sarà rilasciata in via ufficiale nelle prossime settimane.
Dal punto di vista delle implementazioni la strada è già segnata. Facebook sa bene che l’ostacolo maggiore per fare breccia nel cuore delle aziende è culturale e legato alla conoscenza del mezzo. Per questo è nato il Workplace Partner Program , che raggruppa partner di spicco come Deloitte, che si occuperanno di coadiuvare la trasformazione dei modi di lavorare sfruttando le nuove tecnologie e i nuovi “servizi chiavi in mano” come quello proposto da Facebook. L’opera di convincimento dovrà lottare con numerosi competitor nati nel frattempo come Slack, Yammer, Chatter di Salesforce, Hipchat ecc.
Il motivo del ritardo di Facebook nello sviluppo di questa soluzione? In una recente intervista, Julien Codorniou direttore di Corkplace ha detto: “Abbiamo costruito questo prodotto in maniera totalmente separata da Facebook e abbiamo dovuto condurre tutti i test e ottenere tutte le certificazioni per essere venditori di soluzioni SaaS”. Altro tempo è stato investito nel sedurre aziende “tradizionali”: “Abbiamo voluto vedere come Workplace avrebbe potuto essere adoperato in aziende conservative e agenzie governative. Abbiamo testato il prodotto in diversi territori, con aziende diverse. Ora siamo pronti” – ha proseguito.
La spesa per le aziende dovrebbe superare la classica fee mensile (come il canone previsto ad esempio da Slack) per indirizzarsi a un costo per singolo utente: 3 dollari a persona per aziende con meno di mille utenti attivi al mese, 2 dollari per aziende più grandi fino a 10mila utenti/mese e 1 dollaro per aziende ancora più grandi.
Mirko Zago